In questo post-ferragosto abbiamo registrato una serie di stilettate che si sono reciprocamente inferte TIM e Open Fiber. Al centro del contendere c’è ovviamente l’ipotesi della realizzazione di una rete unica che sia frutto della fusione degli asset infrastrutturali delle due aziende.
Open Fiber, anche per bocca del presidente Franco Bassanini, ha più volte rimarcato che in caso di un’eventuale fusione con la rete TIM, il nuovo soggetto (la NewCo) che ne scaturirà dovrà essere terzo e neutrale: Open Fiber: sì alla fusione della rete con TIM ma a condizione che l’infrastruttura sia terza e neutrale.
Questo perché Open Fiber ha intenzione di continuare a usare l’attuale modello wholesale-only: gli altri operatori sono infatti oggi clienti diretti dell’azienda e usano la rete interamente in fibra per offrire i loro servizi.
Adesso Bassanini “rilancia” e propone l’ipotesi di una nuova azienda con il supporto di altri operatori – Vodafone, Wind Tre, Iliad, Tiscali, Sky, Sorgenia, Tiscali – oltre che di investitori infrastrutturali come Kkr, Macquairie, fondi pensione e casse di previdenza. L’obiettivo sarebbe quello di realizzare una rete unica che includesse fibra, 5G ed edge cloud.
Si tratta insomma di un piano alternativo alla fusione con TIM nel caso in cui l’operazione non dovesse andare in porto. Per Bassanini, infatti, non è pensabile tornare a un monopolio e quindi TIM dovrebbe comunque separare i servizi dalla rete. Se l’azienda amministrata da Luigi Gubitosi non dovesse orientarsi su una strategia simile, ecco che Open Fiber si farà avanti con una soluzione alternativa che non prevede il coinvolgimento di TIM.
Tra i nomi citati da Bassanini non c’è Fastweb perché l’operatore milanese aveva già precedentemente espresso il suo supporto per l’iniziativa FiberCop, progetto che è sostenuto dal fondo Kkr e che potrebbe successivamente integrare gli asset di Open Fiber.
Il prossimo 31 agosto si saprà da che parte spira il vento perché in quella data si riunirà il prossimo consiglio di amministrazione di TIM e verrà posta al vaglio proprio la creazione della newco FiberCop che dovrebbe raccogliere, seppur non completamente, la gestione della rete dell’ex-monopolista.