Open Fiber, società equamente compartecipata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti (CdP), ha pubblicato l’elenco completo dei cantieri aperti in tutta Italia per ciò che riguarda la copertura delle cosiddette aree bianche (cluster C e D) o “aree a fallimento di mercato”.
I cantieri aperti sono ormai più di 500 e questa lista è possibile scoprire i comuni d’Italia all’interno del quale insistono località in cui Open Fiber sta in questo momento eseguendo i lavori per portare la banda ultralarga.
Si tratta delle zone d’Italia dove nessun operatore ha mai investito prima (portando al massimo, nel migliore dei casi, connettività ADSL con prestazioni spesso mediocri), aree in cui la rete realizzata dai tecnici di Open Fiber rimarrà pubblica e sarà gestita in concessione dall’azienda oggi guidata da Franco Bassanini in qualità di presidente e da Elisabetta Ripa in veste di amministratore delegato. Nel caso delle aree bianche, Open Fiber utilizza fondi pubblici, frutto dell’investimento programmato dal Ministero dello Sviluppo Economico in seguito ai due bandi di gara indetti da Infratel Italia e vinti dall’azienda controllata da Enel e CdP.
Nelle cosiddette aree bianche insistono circa 9,3 milioni di unità immobiliari (500.000 sedi di impresa e pubblica amministrazione): la stragrande maggioranza di esse, come hanno più volte rimarcato i responsabili di Open Fiber, saranno raggiunte direttamente in FTTH (con il cavo fibra che arriva fino al modem router dell’utente o eventualmente alla base dell’edificio). Una piccola parte delle unità immobiliari appartenenti a questo secondo blocco saranno raggiunte con tecnologia wireless (FWA): ciò però avverrà solamente nelle aree rurali del Paese dove insistono case sparse.
Dei due bandi di gara vinti da Open Fiber, il primo coinvolge circa 3.000 comuni in Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto; il secondo interessa circa 3.700 comuni in Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta.
Maggiori informazioni sulla “ricetta” utilizzata da Open Fiber nell’articolo Fibra ottica a 1 Gbps: la presentazione della rete Open Fiber e delle offerte FTTH Fibra.City.
Accordo per l’utilizzo delle torri INWIT
Nell’articolo INWIT, ecco la mappa delle antenne cellulari TIM avevamo visto cosa sono le torri INWIT (Infrastrutture Wireless Italiane) e dove sono collocate nelle varie regioni d’Italia.
Dopo un atteggiamento piuttosto ostile tenuto durante l’era Cattaneo, con il nuovo amministratore delegato Amos Genish, TIM aveva dato ben più di qualche segno di interesse e possibile collaborazione con Open Fiber (L’AD di TIM conferma la volontà di collaborare con Open Fiber).
Un ulteriore segnale di “disgelo” arriva con la notizia della stipula di un accordo tra INWIT, società appartenente per il 60% al gruppo Telecom Italia, e Open Fiber.
Di fatto INWIT dovrebbe mettere a disposizione di Open Fiber le sue torri al fine della realizzazione della sua rete ultrabroadband. Diciamo noi che la possibilità di installare nuovi apparati sulle torri INWIT permetterà a Open Fiber di raggiungere i luoghi più remoti del Paese superando le criticità più difficili da gestire e dovute all’asprezza di alcuni territori. Un’intesa quindi utilissima anche in ottica cluster C e D nonché per la fornitura di servizi di connettività 5G.
Il condizionale è comunque d’obbligo perché l’accordo dovrà passare al vaglio del giudizio degli azionisti di entrambe le aziende.