Open Fiber e Wind Tre hanno ufficializzato l’avvio delle sperimentazioni su tecnologia 5G a Prato e L’Aquila.
La sperimentazione, pur essendo indirizzata a due ambiti territoriali ben definiti, presenta caratteristiche replicabili a livello nazionale ed europeo, utilizzerà la porzione di spettro 3,6-3,8 GHz (attraverso l’utilizzo dei diritti d’uso delle frequenze da 3,7 a 3,8 GHz) e si concluderà il 31 dicembre 2021.
Il progetto coinvolge Università (Firenze, Polo di Prato, L’Aquila, Genova, Bologna), centri di ricerca (come Fondazione Bruno Kessler, Nextworks), aziende (tra le altre, e-distribuzione di Enel, ZTE, Estra) ed ha come obiettivo di fungere da test “sul campo” per promuovere lo sviluppo della nuova rete 5G, con una densificazione dei siti radio al fine di abilitare servizi ad altissima capacità e bassissima latenza, in grado di gestire un elevato numero di dispositivi contemporaneamente collegati (vedere L’ITU definisce la tecnologia 5G: i requisiti tecnici per i dispositivi compatibili).
Nelle aree rurali e nei luoghi più difficili da raggiungere, Open Fiber utilizzerà un’antenna 5G (posta nel raggio di 100 metri dalle utenze finali da servire) in corrispondenza dei punti di distribuzione più vicini all’utente (si parla di configurazione FTTdp, Fiber To The distribution point). Di questa soluzione aveva recentemente parlato anche il professor Maurizio Dècina (La rete a banda ultralarga di Infratel sarà formata da 1.000 POP), presidente di Infratel Italia.
Il progetto congiunto Open Fiber-Wind Tre è figlio delle attività che stanno svolgendo le due società: la prima impegnata nella realizzazione di una rete FTTH “alternativa” (capace di garantire 1 Gbps in downstream); la seconda sull’integrazione e l’ammodernamento di una rete radiomobile, che porterà alla realizzazione di una rete con oltre 21mila siti radio operanti con tecnologie 2G, 3G, 4G, 4.5G in tutto il territorio italiano.