Obsolescenza programmata: Apple accetta di pagare 113 milioni per chiudere il caso

Apple sarebbe pronta a versare una somma multimilionaria a 34 Stati USA per chiudere il batterygate ovvero la vicenda che ha portato l'azienda di Cupertino a ridurre artificiosamente le prestazioni dei vecchi iPhone in caso di batteria usurata.

Con i nuovi MacBook Air e il chip Apple M1 basato sul design ARM la Mela ha voluto rimarcare come il piede sull’acceleratore dell’innovazione non sia stato tolto.
Apple ha però abituato gli utenti anche a scelte a dir poco discutibili: è di ieri la notizia relativa alla possibilità, da parte delle app installate su macOS Big Sur, di bypassare le limitazioni impostate a livello di firewall e mediante l’uso di un client VPN (Le app installate su macOS Big Sur possono superare firewall e VPN).

In passato ha fatto molto scalpore la decisione dell’azienda di limitare le prestazioni dei suoi iPhone tramite sistema operativo: Apple ha confermato di limitare le prestazioni degli iPhone più vecchi.
L’azienda guidata da Tim Cook si giustificò spiegando che l’obiettivo era tutelare gli utenti evitando spegnimenti improvvisi dei melafonini riconducibili a batterie ormai usurate.
In tanti però accusarono Apple di mettere in pratica strategie di obsolescenza programmata dal momento che gli utenti non venivano informati circa le limitazioni delle performance impostate automaticamente da parte di iOS. Obiettivo non dichiarato? Spronare i consumatori ad acquistare i più recenti modelli dei dispositivi Apple.

L’Antitrust italiana (AGCM) sanzionò Apple, per la stessa vicenda, già due anni fa (Obsolescenza programmata: l’Antitrust multa Apple e Samsung) e adesso arriva la notizia che la Mela ha scelto di versare una somma pari a 113 milioni di dollari per chiudere il caso batterygate.

Già nel corso di quest’anno, per lo stesso motivo, Apple aveva accettato il pagamento di 500 milioni di dollari agli utenti che si erano coalizzati avviando una class action.
Il nuovo accordo stragiudiziale da 113 milioni, invece, prevede il versamento dell’importo nelle casse di 34 Stati USA.

Limitare le prestazioni di un dispositivo per proteggerne il funzionamento (quindi evitare fenomeni di surriscaldamento della batteria e spegnimenti anomali) non è di per sé una pratica illegale. Apple ha sbagliato a non informare correttamente gli utenti sulla pratica che era stata posta in essere e a non indicare che la sostituzione della batteria ormai degradata avrebbe in molti casi permesso di risolvere ogni problema.

Apple ha provato a mettersi di nuovo “sulla retta via” proponendo la sostituzione delle batterie a prezzo speciale e applicando una serie di modifiche su iOS al fine di consentire la personalizzazione del comportamento del sistema operativo. Troppo tardi. La mancata informativa era stata già da più parti denunciata e resa di pubblico dominio.

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