Troppi ostacoli lungo la via verso l’acquisizione di ARM. Così, secondo quanto appreso da Bloomberg, NVidia avrebbe deciso di desistere.
Starebbe quindi per tramontare l’offerta da 40 miliardi di dollari che NVidia aveva posto sul tavolo a settembre 2021 per comprare la società britannica che si occupa della progettazione di chip per i dispositivi mobili e il segmento automotive con l’interesse nel corso degli ultimi anni esteso anche a sistemi server, data center e desktop.
In un altro articolo avevamo parlato di importanza e conseguenza dell’eventuale accordo tra NVidia e ARM parlando anche delle implicazioni in termini di royalty.
La FTC (Federal Trade Commission) aveva già osteggiato l’intesa ipotizzando la potenziale riduzione della qualità e dell’innovazione dei prodotti, prezzi più alti e minore scelta con conseguenze dannose anche per i consumatori.
Sempre secondo Bloomberg l’attuale proprietaria di ARM, la giapponese SoftBank, si starebbe organizzando per lanciare una IPO (offerta pubblica iniziale).
Tutte le aziende protagoniste continuano nel frattempo a dichiararsi fiduciose affinché l’accordo vada in porto. Almeno pubblicamente. “Dietro le quinte”, invece, si starebbero appunto valutando le mosse alternative.
La vendita di ARM è sotto l’attenta analisi degli enti regolatori e dell’Antitrust perché i chip progettati dall’azienda sono utilizzati in miliardi di device, di diversa tipologia. Le più grandi aziende tecnologiche al mondo si affidano alla tecnologia ARM e non hanno nascosto i dubbi circa un’eventuale acquisizione di NVidia che potrebbe far perdere loro l’accesso illimitato a brevetti e design dei SoC.
Un gruppo che include Qualcomm, Microsoft, Intel e Amazon ha fornito alle autorità di mezzo mondo materiale per bocciare l’intesa. Si è inoltre parlato di un'”alleanza” per rilevare ARM al posto di NVidia nel caso in cui le decisioni dovessero essere sfavorevoli alla società guidata da Jen-Hsun Huang.
L’accordo iniziale tra NVidia e SoftBank scade il 13 settembre prossimo ma si rinnoverà automaticamente se il processo di esame da parte degli enti aventi titolo dovesse richiede più tempo. NVidia aveva fatto presente che la transazione si sarebbe chiusa in circa 18 mesi quindi a marzo di quest’anno. Al momento ciò è altamente improbabile: soltanto le verifiche avviate dalla FTC negli Stati Uniti potrebbero richiedere mesi per non parlare poi delle procedure avviate sotto la guida della Commissione Europea e dell’Antitrust del Regno Unito.