Dopo ben 15 anni di sviluppo e beta testing, a metà dello scorso anno Wine è finalmente giunto all’attesissima versione finale 1.0. Sebbene nel suo logo campeggi un bicchiere di vino, Wine è l’acronimo di “Wine is not an emulator”, un’espressione con la quale i responsabili del progetto hanno sempre voluto rimarcare come il software intenda “replicare” le API di Windows così da fornire alle applicazioni nate per il sistema operativo Microsoft la possibilità di essere eseguite anche su piattaforme Linux.
Grazie a Wine, i software per Windows possono essere avviati in Linux potendo contare sulla struttura che contraddistingue, da sempre, i sistemi Microsoft: ecco comparire le cartelle “Programmi”, “Documenti”, i file INI, il registro di sistema e così via.
Oggi i responsabili del progetto hanno annunciato il rilascio di una nuova versione del prodotto (la 1.1.17). Sebbene considerabile come una release ancora in fase di sviluppo, il prodotto viene comunque ritenuto già molto stabile.
Google stessa sta partecipando al finanziamento di CodeWeavers, società che si occupa della crescita di Crossover Linux, l'”incarnazione” commerciale di Wine. L’obiettivo dichiarato è quello di migliorare il supporto del prodotto per software quali Adobe Photoshop in ambiente Linux. L’elenco completo delle applicazioni Windows che Wine è oggi in grado di installare ed avviare senza difficoltà in ambiente Linux (programmi recanti l’indicazione “Platinum”), è consultabile sul sito ufficiale del progetto, facendo riferimento a questa pagina.