Sono gli stessi ricercatori dell’Università di Stanford ad aver definito la scoperta appena documentata sulla rivista scientifica “Nature Nanotechnology” come “il Santo Graal delle batterie“. Perché? Secondo gli accademici sarebbe possibile estendere la durata della batteria di smartphone, tablet, notebook e dispositivi mobili in generale ricorrendo ad una serie di modifiche sulla loro struttura interna ed, in particolare, sull’impiego di uno strato di carbone.
Le attuali batterie agli ioni di litio sono composte di tre elementi: anodo, catodo ed elettrolita. L’anodo è fatto con carbonio, il catodo è un ossido metallico e l’elettrolita è un sale di litio in solvente organico. Dal momento che il metallo di litio, che potrebbe essere prodotto in condizioni irregolari di ricarica, è molto reattivo e può causare esplosioni, le pile agli ioni di litio solitamente hanno incorporati circuiti elettronici protettivi e/o fusibili per evitare l’inversione di polarità, sovraccarichi di tensione e surriscaldamento.
Con l’intento di migliorare l’efficienza della batteria, i ricercatori di Stanford hanno realizzato un anodo di litio puro aggiungendo, sopra di esso, un sottolissimo strato (pari a circa 20 nanometri) di carbone, sufficiente per preservare l’integrità del sistema.
Così facendo, l’efficienza delle batterie viene esaltata estendendone al contempo la durata. Non solo. l’aggiunta dello strato di carbone – visto l’esiguo spessore – non altera le dimensioni delle batterie che possono restare come quelle odierne.
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