NRO (“Number Resource Organization“), organizzazione indipendente che si occupa di assegnare gruppi di indirizzi IP a cinque importantissime realtà “regionali”, ha lanciato l’allarme: “a breve saranno assegnati gli ultimi blocchi di IP disponibili (…) ed è importante che tutti coloro che, a diversi livelli, si occupano della Rete, pongano in essere azioni definitive per assicurarsi della tempestiva adozione di IPv6“.
“Molti decisori sembrano non essere consapevoli di quanti dispositivi necessitano di indirizzi IP: telefoni mobili, notebook, server, router, e così via“, aveva dichiarato, già all’inizio dell’anno, il segretario di NRO, Raul Echeberria. “Il numero degli indirizzi IPv4 a disposizione si sta riducendo rapidamente e se la comunità globale tarderà a riconoscerlo, potrebbero verificarsi diversi problemi nel futuro imminente. NRO“, aggiunse Echeberria, “si sta adoperando per educare tutti, dagli operatori di rete, ai dirigenti d’azienda, sino ai rappresentati dei governi a proposito dell’importanza dell’adozione di IPv6“.
L’implementazione di IPv6 è un passaggio obbligato: più di venti anni fa, i 4 miliardi di indirizzi IP che il protocollo IPv4 mette a disposizione sembravano un’enormità per il numero di utenti e per i servizi di allora. Alcuni Paesi e certe organizzazioni “acquistarono” per sé, allora, un numero esorbitante di indirizzi IP. IPv6 permette di avere a disposizione un numero enormemente più elevato di IP (3,4 x 1038) da destinare a tutti i vari servizi in Rete in modo da sopportare la richiesta crescente di nuovi indirizzi.
Con IPv6 la lunghezza dell’indirizzo di rete diventa pari a 128 bit. Come rappresentazione, si usano otto gruppi composti da quattro cifre esadecimali, separati dal segno “due punti”. Gli zeri che aprono o chiudono un qualunque gruppo possono essere omessi. Possono essere rimossi anche quei gruppi che contengano solamente degli zeri (0000) ottenendo così rappresentazioni molto più compatte.
NRO ha spiegato oggi che, dopo la recente assegnazione di un certo numero di blocchi di IPv4 al RIR (Regional Internet Registry) responsabile per l’area dell’Asia e del Pacifico, sarebbero rimasti liberi solo 12 blocchi di indirizzi (ogni blocco rappresenta 16 milioni di IP, circa 1/256 del totale).
I responsabili del NRO hanno dichiarato che i restanti blocchi saranno distribuiti, in egual misura, a cinque “registri regionali” tanto che “il fondo del barile” dovrebbe essere raschiato già entro i primi mesi del 2011.
Dal momento che gli ultimi indirizzi IPv4 saranno poi redistribuiti per opera delle varie realtà regionali, gli utenti potrebbero iniziare a sperimentare una certa penuria di IP già entro la fine dell’anno prossimo.
NRO funge da organismo coordinatore per entità “regionali” quali il RIPE europeo (che serve anche Medio Oriente ed alcune aree dell’Asia Centrale), APNIC (regione asiatico-pacifica), AfriNIC (Africa), ARIN (Nord America e diversi Paesi caraibici) ed il LACNIC (America Latina e zone caraibiche).