Neutralità della rete: a breve l'indagine dell'AGCOM

Anche nel nostro Paese si torna a parlare di “Net Neutrality”, argomento considerato piuttosto “scottante” su entrambe le sponde dell'oceano.

Anche nel nostro Paese si torna a parlare di “Net Neutrality”, argomento considerato piuttosto “scottante” su entrambe le sponde dell’oceano. Negli Stati Uniti, la Federal Communications Commission (FCC) ha approvato, poco prima delle festività natalizie, un provvedimento volto a fissare alcuni paletti in materia di “neutralità della rete”. Quanto stabilito è stato ampiamente contestato in forza dell’introduzione di alcune restrizioni che sembrano tese a limitare la “libertà d’azione” dell’utente (ved., a tal proposito, questo nostro articolo).

In Italia la situazione non è migliore. Ad ottobre il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), Antonio Catricalà, aveva posto in discussione il principio della “net neutrality”, secondo cui tutti i contenuti presenti in rete hanno uguale importanza e tutti gli utenti analogo diritto di accesso. La “net neutrality”, sempre secondo Catricalà, la creazione dell’NGN (Next Generation Network), cioè la rete di nuova generazione. “È giusto” – sostiene il presidente dell’Antitrust – “che i fornitori di contenuti più pesanti paghino di più la banda“.

La novità è che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha annunciato, per voce del commissario Nicola D’Angelo, che, entro metà febbraio, avvierà un’indagine sul tema della “net neutrality” ponendosi l’obiettivo di chiarire la questione anche dopo le affermazioni di Catricalà.

Nicola D’angelo, durante la presentazione del “Libro bianco sui contenuti”, ha affermato di voler tutelare sia i consumatori, garantendo loro “di avere accesso ai contenuti senza discriminazione tra le reti di trasmissione”, sia gli operatori che hanno “diritto di ottenere una giusta remunerazione per i servizi offerti in rete“.
Occorre trovare, si legge nel “Libro bianco” (online sul sito dell’AGCOM), il “giusto equilibrio tra la parte di banda e di rete da dedicare a servizi che necessitano di una gestione e la parte di banda che deve continuare a garantire l’accesso a internet sulla base del principio del “best effort”.

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