Neuralink, test impianto cerebrale su umani approvato da FDA

Elon Musk e Neuralink hanno ufficialmente ottenuto l'approvazione per i primi test sugli esseri umani da parte della FDA statunitense.

Dopo anni di attesa Neuralink, l’interfaccia che connette computer e cervello per dare vita a impianti cerebrali avanzati, ha ricevuto autorizzazione della Food and Drug Administration (FDA) statunitense per il suo primo studio clinico sull’uomo. Per il progetto di Elon Musk si tratta di una pietra miliare, un primo passo importante che potrebbe permettere in futuro di salvare molte persone da patologie gravi e malattie croniche, anche prevenendo decessi.

La FDA ha ufficialmente riconosciuto la possibilità di condurre test su pazienti dopo anni di prove su scimmie, maiali e pecore. Questo via libera, però, arriva proprio mentre Neuralink sta affrontando i controlli federali in merito agli esperimenti sugli animali, dopo che alcuni dipendenti hanno riferito ad agenzie di stampa come Reuters il fallimento delle prove, ergo il decesso di un numero eccessivo di animali.

Secondo alcune fonti, tali risultati si sono rivelati necessari proprio al fine di comprendere come agire sugli esseri umani una volta ottenuta l’approvazione. Con una maggiore preparazione, pertanto, tali test potrebbero effettivamente concludersi con un successo epocale.

Neuralink

Neuralink sperava di ricevere l’approvazione per impiantare il suo dispositivo in 10 pazienti, stando a quanto riferito da Reuters e ripreso da IT News. Più di recente, però, la società di Elon Musk stava negoziando un numero inferiore di pazienti con l’agenzia, e non è chiaro quale sia la cifra esatta raggiunta in definitiva.

L’obiettivo resta comunque chiaro: per Musk, che per anni ha parlato dei numerosi progressi di Neuralink, gli impianti cerebrali potrebbero curare una serie di condizioni come depressione e schizofrenia, oltre a consentire la navigazione sul Web e la telepatia. Al momento il tutto suona alquanto utopico – o distopico, a seconda dei punti di vista -, ma potrebbe costituire davvero il futuro della medicina e della tecnologia.

Fonte: ITNews

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