Durante il Forum di Avignone, il commissario europeo per l’agenda digitale – l’olandese Neelie Kroes – ha affrontato lo spinoso tema del diritto d’autore illustrando il suo punto di vista. Secondo la Kroes, il copyright sarebbe percepito dai cittadini e dagli utenti come una sorta di “strumento punitivo”. Sempre più persone, insomma, avrebbero sviluppato una sensibilità che le porta a guardare con sospetto a tutto ciò che c’è dietro al termine copyright. La Kroes spiega che tale concezione sarebbe figlia di errori che sono stati commessi, in primis, dalle più grandi aziende attive nel campo discografico e multimediale. L’attacco del commissario europeo è frontale: “L’attule sistema per la tutela del diritto d’autore è l’unico ed il più adeguato strumento per raggiungere i vostri obiettivi? No di certo“, ha commentato. “Purtroppo in molti vedono nell’impostazione attuale un meccanismo punitivo e di costrizione“.
Il commissario europeo, che si occupa di mezzi di comunicazione e di informazione, ha esortato il mondo dell’industria a cambiare di sana piana il modo di operare e di proporsi al pubblico. Piuttosto che cercare di tenere a distanza i nuovi strumenti per la distribuzione delle opere dell’ingegno, si dovrebbe iniziare a abbracciarli con convinzione, sostiene la Kroes. La distribuzione online ed il cloud computing offrono “una modalità completamente nuova per l’acquisto, la diffusione e la fruizione di qualunque genere di lavoro artistico” nonostante l’attuale quadro normativo costruito attorno al concetto di copyright non sia così flessibile da consentire di trarre massimo vantaggio da tale impostazione.
La Kroes ha poi spiegato come gli attuali sistemi di tutela del diritto d’autore non facciano arrivare le giuste sovvenzioni a chi effettivamente ha realizzato un’opera ed è quindi proprio l’attività dell’artista a non essere sufficientemente valorizzata.