È finalmente giunto al termine il lungo processo, iniziato nell’ormai lontano 2018, che vedeva sul banco degli imputati Microsoft e Cortana.
Una giuria federale del Delaware ha infatti sentenziato come il colosso di Redmond sia colpevole di aver violato un brevetto riguardo l’assistente vocale, ordinando alla compagnia di pagare una multa di 242 milioni di dollari, corrispondenti a circa 224 milioni di euro.
Viste le premesse, tra l’altro, Microsoft potrebbe anche ritenersi soddisfatta della sentenza. Secondo le accuse di IPA Technologies, società che ha intentato la causa, i brevetti violati erano infatti ben sei. La giuria ha però confermato con la sentenza la violazione solo uno di essi, ovvero il numero 7069560.
Tutto ciò suona alquanto strano in virtù del fatto che, nel corso del 2023, proprio Cortana è stata “pensionata” dall’integrazione di Copilot.
Microsoft e Cortana: solo una delle tante cause intentate da IPA Technologies ai big della tecnologia
Il colosso tecnologico, dal canto suo, promette che la battaglia legale è tutt’altro che terminata. Secondo un portavoce, infatti, Microsoft non avrebbe violato nessun brevetto e, per questo motivo, la compagnia è pronta a presentare ricorso.
Non è la prima volta che IPA Technologies cita in giudizio un grande marchio tecnologico. Casi simili sono stati registrati con Amazon e Google, con la prima azienda che ha vinto la relativa causa nel 2021. Per quanto riguarda Google, invece, il processo è ancora in fase di svolgimento.
Per Microsoft è un periodo alquanto delicato. Sempre in ottica processuale, qualche mese fa ha fatto grande scalpore la causa intentata dal New York Times nei suoi confronti a causa dell’Intelligenza Artificiale.
Un altro piccolo terremoto per la compagnia è poi stato il caso delle falle di sicurezza nel caso Exchange, con relative polemiche e un’immagine dell’azienda che ne è uscita indebolita.