La PEC (Posta elettronica certificata), un “unicum” italiano che ha destato non poche polemiche, torna a far parlare di sé. Entro il 29 novembre (oggi), tutte le aziende, stando alle precedenti disposizioni legislative (D.L. 185/2008 convertito in legge 2/2009), erano obbligate a comunicare al registro delle imprese il proprio indirizzo PEC. Diversamente, si sarebbe potuti incorrere in sanzioni, comprese tra 103 e 1.032 euro.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha invece deciso, all’ultimo minuto, di rinviare la scadenza, almeno di un mese, invitando le Camere di Commercio a non irrogare alcuna sanzione nei confronti di tutte quelle realtà aziendali che dovessero comunicare in ritardo il loro indirizzo PEC. Non si tratta di una proroga vera e propria ma di una circolare che, in sostanza, indica le Camere di Commercio “a lasciar correre”. Non è dato sapere quanto durerà il periodo “di tolleranza”: il Ministero utilizza solo l’espressione “almeno fino all’inizio del nuovo anno“.
Lo slittamento della data ultima per mettersi in regola sarebbe correlato all’elevatissimo numero segnalazioni pervenute dai vari gestori PEC che hanno lamentato gravi difficoltà nel far fronte all’imponente numero di richieste di attivazione. Gran parte delle società, infatti, si sarebbe attivata a ridosso della scadenza facendo domanda per un account PEC “all’ultimo minuto”. Tra il 1° ed il 21 novembre scorsi le imprese che hanno comunicato un indirizzo PEC alle Camere di Commercio sono state poco meno di 505.500.
Per evitare contenziosi, quindi, il Ministero ha preferito posticipare la scadenza: alcune Camere di Commercio stanno già aggiornato le proprie “FAQ” per chiarire la posizione che sarà tenuta nel corso dei prossimi giorni. Qui, ad esempio, si fa presente che non sarà applicata alcuna sanzione per tutte le comunicazioni trasmesse entro domenica 8 gennaio 2012.
Il testo della circolare ministeriale è consultabile facendo riferimento a questo documento.
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