Qualche scintilla tra Microsoft ed Intel. Il colosso di Redmond ha infatti dichiarato che i commenti rilasciati da un responsabile di Intel a proposito della prossima versione di Windows, attualmente in fase di sviluppo, sarebbero “inaccurati” e “fuorvianti“.
I commenti di Microsoft sembrano essere la reazione della società alle osservazioni presentate da Renee James, general manager del software and services group di Intel, nel corso dell’annuale incontro con gli azionisti svoltosi mercoledì.
James aveva affermato che Windows 8 non sarà in grado di consentire l’esecuzione dei software concepiti per le precedenti versioni del sistema operativo su tutti quei dispositivi che poggiano sui processori a marchio ARM. “Sulle piattaforme dei nostri competitors non sarà possibile avviare applicazioni legacy. Né adesso né mai“, avrebbe dichiarato James secondo fonti d’oltreoceano. “Chiunque possieda un prodotto hardware basato su Intel o comunque sull’architettura x86 sarà sempre in grado di eseguire, ad esempio, sia Windows 7 che Windows 8. Si potranno aprire tutte le vecchie applicazione, i file più datati. Insomma, non ci saranno problemi“, ha aggiunto il manager della società guidata da Paul Otellini.
Microsoft sembra essersi risentita della posizione assunta da Intel e del quadro dipinto: “le dichiarazioni rese da Intel durante il meeting con gli investitori sono completamente inaccurate e fuorvianti. Sin dalle prime dimostrazioni di funzionamento di Windows sui SoC (System-on-a-Chip) avevamo ben chiari i nostri obiettivi ed abbiamo più volte rimarcato come si trattasse di test“. Da Microsoft, insomma, preferendo non rilasciare ulteriori dettagli, si lascia intendere come la situazione sia ben diversa da quella illustrata da James.
Non è dato sapere, quindi, se la versione di Windows 8 concepita per i dispositivi ARM consentirà l’impiego di applicazioni di tipo legacy. Secondo gli osservatori, però, potrebbe essere uno scenario verosimile. Sarah Rotman Epps, analista senior presso Forrester, ha comunque osservato che anche nel caso in cui Microsoft dovesse rompere decisamente col passato entrando nel mondo tablet similmente a quanto fece Apple nel caso dell’iPad, il mancato supporto dei software Windows “tradizionali” potrebbe non causare particolari “terremoti”.