Venti di guerra stanno per soffiare su Microsoft e Google? Oppure quello offerto da Microsoft con una lettera aperta inviata a Motorola Mobility può essere considerato come una sorta di calumet della pace?
La società guidata da Steve Ballmer ha infatti chiesto a Motorola Mobility, azienda acquisita da Google – lo ricordiamo – esattamente un anno fa (vedere questi nostri articoli), di accettare alcuni punti fermi ribadini da Microsoft. Al centro del contendere ci sono evidentemente, ancora una volta, i brevetti – strumenti che vengono spesso usati dalle realtà attive nel settore dell’IT – per contrastare l’altrui business o, esaminando la questione da un altro punto di vista, per tutelare la propria proprietà intellettuale.
Microsoft, attraverso i suoi legali, critica nuovamente l’atteggiamento di Motorola nella concessione delle licenze d’uso relative ai suoi brevetti (vedere l’articolo Microsoft si scaglia contro Motorola Mobility). Per l’utilizzo dello standard video H.264, in particolare, Microsoft ha bisogno del benestare di Motorola che – sempre secondo la tesi della società fondata da Bill Gates – farebbe pagare troppo le licenze.
L’azienda di Redmond propone quindi un accordo duraturo che, però, a molti è suonato come un ultimatum. Microsoft vuole avere carta bianca per usare certi brevetti Motorola assicurando però, allo stesso tempo, di assumere un atteggiamento più accomodante per ciò che riguarda l’impiego delle proprie tecnologie su Android. E tira in ballo direttamente Google osservando come la società di Mountain View non possa perseverare col suo atteggiamento teso a mettere in dubbio l’utilizzo di brevetti Microsoft nei prodotti a marchio Motorola.
Così come hanno fatto Samsung ed HTC, Microsoft prova a stringere uno storico accordo anche con Motorola (vedere l’articolo Anche Android rimpingua le casse di Microsoft ed il pezzo Microsoft e Samsung si accordano sui brevetti Android) cercando però di ottenere un importante vantaggio ossia la possibilità di usare a prezzi equi i brevetti della società acquistata da Google. La questione è ormai giunta al capolinea: nelle prossime settimane, di sicuro, arriveranno degli aggiornamenti.