Potrebbe sembrare un esperimento eccentrico, ai limiti dell’impossibile. In realtà Microsoft lo ha davvero realizzato.
La società di Redmond ha infatti realizzato un datacenter sul fondo del mare rendendolo pienamente operativo per circa quattro mesi.
È la stessa Microsoft a darne oggi ufficialmente notizia rivelando anche il nome dell’iniziativa: Project Natick.
Potrebbe apparire un’idea peregrina ma, secondo Microsoft, la realizzazione di datacenter in fondo alle acque dell’oceano può incrementare l’efficenza e ridurre i costi in maniera significativa rispetto all’impiego delle tradizionali soluzioni.
I “datacenter marini” possono essere alimentati anche usando il moto ondoso, similmente a quanto si sta facendo con l’energia solare ed eolica per quelli terrestri (Facebook aprirà un altro data center in Europa e Google alimenta i datacenter con le energie rinnovabili).
Inoltre, possono godere di un sistema di raffreddamento estremamente efficiente: l’acqua, che avvolge interamente la capsula in cui è contenuto il datacenter, è sempre ad una temperatura relativamente costante e può essere usata per raffreddare efficacemente i componenti soggetti a maggior stress. Un sistema di raffreddamento a liquido che è sempre disponibile e che si può utilizzare “gratis”.
Solo il tempo dirà se l’idea di Microsoft possa essere utilizzata per progetti su vasta scala.
Per adesso si sa solamente che l’azienda di Redmond sarebbe intenzionata ad aumentare la portata del progetto.
Sinora, infatti, il datacenter utilizzato per i primi test – e calato sul fondale dell’Oceano Pacifico – era contraddistinto da una potenza di calcolo piuttosto limitata (l’equivalente di circa 300 PC desktop). I tecnici di Microsoft vogliono ora “rilanciare” moltiplicando per 20 la potenza e per 4 le dimensioni del datacenter.