Nell’ultimo report sulla sicurezza informatica, Microsoft ha fatto presente che solamente il 5,6% di tutte le infezioni da malware sarebbero il risultato di vulnerabilità presenti nei vari software. Il colosso di Redmond punta il dito, invece, sugli utenti: in quasi la metà dei casi, sarebbero infatti proprio gli utenti a causare l’infezione ad esempio avviando autonomamente delle applicazioni maligne.
Nonostante Microsoft abbia disattivato la funzione di “autoplay” mediante un aggiornamento e quindi reso più difficoltosa l’esecuzione automatica di componenti maligni già presenti sulle unità di memorizzazione USB, le diffusissime chiavette sembrano continuare a dimostrarsi uno dei veicoli d’infezione più comuni: secondo il colosso di Redmond, proprio da tali supporti perverrebbe il 26% di tutti gli attacchi. Le condivisioni di rete infette da malware sarebbero responsabili del 17,2% delle infezioni. Più contenuti, per Microsoft, le aggressioni derivanti dalla violazione di password personali (attacchi brute force) e dalla manipolazione delle macro inserite nei documenti Office (rispettivamente, 1,7% e 0,3% del totale).
Come chiarito nel report consultabile cliccando qui è generalmente proprio l’utente il primo responsabile per le infezioni subite. Sia che prelevi file dalla Rete e li esegua senza troppe riflessioni, sia che venga persuaso a farlo con espedienti che affondano le proprie radici nell’ingegneria sociale, sempre più spesso è l’utente a a lanciare programmi dannosi.
Windows 7 SP1 64 bit è la versione del sistema operativo Microsoft meno afflitta da malware (1,1% del totale) con le versioni a 32 bit che seguono immediatamente al secondo posto (1,8%). Il più bersagliato si conferma Windows XP SP3 con il 10,8% delle infezioni.