Microsoft considera OpenAI come concorrente nell'ambito IA

Durante l'ultimo SEC Microsoft ha citato OpenAI tra i concorrenti per quanto riguarda IA e motori di ricerca: cosa potrebbe significare?
Microsoft considera OpenAI come concorrente nell'ambito IA

Tra Microsoft e OpenAI vi è una lunga e intricata relazione, con la prima che ha investito 13 miliardi di dollari nella startup che ha creato ChatGPT nel contesto di una collaborazione a lungo termine. Non per niente i modelli di OpenAI fanno parte di diversi prodotti proposti sul mercato dalla compagnia di Redmond.

Nonostante ciò, in una dichiarazione ufficiale, per la prima volta Microsoft ha definito la controparte come un vero e proprio “concorrente” per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale. Nel contesto del SEC di martedì scorso, l’azienda ha citato OpenAI in una lunga lista di competitor attivi nel contesto dell’IA, aggiungendo la startup ad altri nomi importanti come Anthropic, Amazon e Meta.

Non solo: OpenAI è stata citata con Google, come concorrente nel contesto delle ricerche online. Ciò è dovuto alla recente presentazione di SearchGPT che, a quanto pare, viene vista come una seria minaccia per Bing.

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Perché questo comportamento? Secondo molti l’atteggiamento quasi “ostile” di Microsoft sarebbe dettata dalle recenti preoccupazioni dell’antitrust e della Federal Trade Commission americana. Questi organi stanno infatti indagando sulla posizione dei due colossi tecnologici e, una presa di distanze, potrebbe dimostrare come le due aziende non siano poi così vicine.

In questa ottica rientra anche un’altra particolare azione della compagnia fondata da Bill Gates e Paul Allen, ovvero la rinuncia a un posto come osservatore nel consiglio di amministrazione di Open AI. La situazione che si è venuta creare, per certi versi, ricorda quanto accaduto nel 2000 tra Yahoo e Google. In quel periodo Yahoo era il motore di ricerca dominante ma, dopo una partnership di qualche anno, Google ha soppiantato Yahoo, in seguito a una partnership che si è poi rivelata una trappola per quest’ultima.

Di certo, per Microsoft non è un periodo semplice, visto anche il recente caso CrowdStrike e le contromisure che ha dovuto attuare per evitare situazioni simili.

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