Nei giorni scorsi tanti siti web, anche italiani, hanno pubblicato i link per il download di Windows 11 in formato ISO.
Utilizzare file d’immagine che provengono da fonti non ufficiali è una pratica sconsiderata perché espone a evidenti rischi. Una sommaria scansione antimalware del file ISO non offre alcuna garanzia circa la totale assenza di componenti dannosi eventualmente inseriti da soggetti terzi e nascosti nel file d’immagine del sistema operativo.
A che pro si dovrebbe installare una ISO non ufficiale pubblicata su qualche sito di hosting dei file e rilanciata da fonti di dubbia affidabilità? Per provare in anteprima un sistema operativo che sarà presentato tra pochi giorni e che comunque verrà molto probabilmente distribuito in prima battuta ai membri del programma Windows Insider (tutti possono iscriversi)?
Mettendo da parte gli aspetti legati alla sicurezza, Microsoft ha comunque di fatto confermato che la build 21996.1 diffusa in rete senza alcuna autorizzazione contiene effettivamente il sistema operativo sul trampolino di lancio, che si chiamerà proprio Windows 11.
Non si è trattato, ovviamente, di una conferma ufficiale: Microsoft ha inviato a Google Giappone la richiesta di rimozione di un link dai risultati della ricerca. L’URL puntava a una pagina pubblicata su un sito a tema tecnologico che offriva a sua volta il download della ISO di Windows 11.
Lumen è un progetto creato dalla Electronic Frontier Foundation (EFF) e da alcune università statunitensi che raccoglie le varie denunce avanzate dai titolari del copyright nei confronti dei siti web di tutto il mondo. A questo indirizzo si trova la pagina del database Lumen in cui Microsoft scrive: “si prega di rimuovere l’articolo dalla ricerca. È una copia non autorizzata di Windows 11 non ancora pubblicato“.
Come abbiamo visto nell’articolo incentrato sul perché alcune pagine vengano rimosse da Google, spesso il database di Lumen si rivela fondamentale per conoscere in anteprima alcuni dettagli.