La Corte Supresa degli Stati Uniti ha sentenziato a sfavore di Microsoft: la società sarà costretta a versare, nelle casse della società canadese i4i, una somma risarcitoria pari a 290 milioni di dollari. Si tratta dell’ultimo capitolo che chiude una vicenda giudiziaria iniziata nel 2007 che, nel 2009, ha costretto Microsoft ad apportare alcune modifiche al funzionamento della sua applicazione Word.
Al centro della diatriba legale c’era un brevetto di proprietà di i4i che riguarda le metodologie impiegate per manipolare la struttura ed i contenuti di un documento XML. Da parte sua, Microsoft ha dichiarato che sebbene l’esito del confronto in tribunale non sia quello atteso dall’azienda, “continueremo a batterci affinché vengano apportate delle modifiche all’attuale legislazione che possano prevenire l’abuso del sistema dei brevetti e proteggere gli inventori che fanno davvero innovazione“.
Il colosso di Redmond ha sottolineato più volte come sia auspicabile una revisione della normativa che presume la veridicità delle accuse ed obbliga la parte chiamata in causa a dover fare di tutto per dimostrare, “in modo chiaro e convincente“, l’invalidità di un altrui brevetto. Thomas Hungar, legale di Microsoft, aveva osservato come dovrebbe essere usato “un profilo più basso” così da non minare all’innovazione ed alla concorrenza tra le aziende.
Nonostante le eccezioni sollevate da Microsoft ed il supporto ricevuto da parte di numerose aziende, anche concorrenti (ved. questo articolo), la Corte Suprema – con una decisione unanime – ha confermato la sentenza emessa nel precedente grado di giudizio.
Altre informazioni sulla vicenda Microsoft-i4i sono disponibili facendo riferimento a questi articoli.