Diciotto mesi dopo il lancio della versione finale di Windows 7, il numero delle licenze vendute – secondo Microsoft – avrebbe superato la soglia dei 350 milioni. Le vendite avrebbero fatto registrare una leggera flessione rispetto ai dati relativi al primo anno di vita del più recente tra i sistemi operativi sviluppati e commercializzati dal colosso di Redmond (240 milioni di copie vendute nel corso dei primi dodici mesi).
Dati che fotografano un netto sorpasso rispetto a Windows Vista (330 milioni di licenze acquistate dagli utenti in due anni), sistema operativo mai veramente adottato soprattutto negli ambienti aziendali.
La forza di Windows 7 è quella di aver saputo imporsi sia in ambito domestico che business: Microsoft ha voluto citare un’indagine elaborata da IDC che stima come il 90% delle aziende sia in procinto di migrare a “Seven”. L’abbandono di Windows XP potrebbe portare con sé effetti benefici in termini di sicurezza (Windows 7 è nettamente meno esposto alle infezioni da malware grazie alle numerose misure di difesa che integra). Con i rischi d’infezione che diminuiscono, potrebbe trarne vantaggio l’intero “ecosistema”: meno sistemi violati significa anche un numero ridotto di macchine “zombie“, usate per inviare spam o condurre attacchi. Inoltre, anche le quote di mercato di Internet Explorer 6 potrebbero finalmente subire una netta flessione (ved. questo articolo).
Nonostante sia ormai vecchio di dieci anni, Windows XP resta allo stato attuale il sistema operativo più utilizzato al mondo (54,4% contro il 24,2% di Windows 7 ed il 10,6% di Windows Vista). Secondo i dati più aggiornati “Seven” avrebbe già sorpassato Windows XP in diversi mercati, tra i quali quello statunitense ma la supremazia di XP è, globalmente, ancora incontrastata. Windows 7 potrebbe “mettere la freccia” nel giro di 12-15 mesi, quando – molto probabilmente – si inizierà a parlare del lancio del suo successore, Windows 8.