Già nel corso di quest’anno si prevede che la domanda di memoria RAM aumenti in maniera incisiva. Micron, che in passato ha collaborato con Intel sulla tecnologia di memoria non volatile 3D XPoint, ha annunciato l’utilizzo del suo innovativo processo produttivo 1-Alpha per realizzare chip di memoria DDR4 e LPDDR4.
Dal 2019 a oggi Micron ha utilizzato il nodo 1Z nm: con 1-alpha la multinazionale statunitense prevede di migliorare la densità fino al 40% e ridurre i consumi energetici del 15% a parità di frequenza di clock.
I portavoce di Micron hanno dichiarato che l’azienda sarebbe riuscita a ottenere un miglioramento prestazionale del 10% rispetto alla generazione precedente grazie alla combinazione del nuovo nodo e con una serie di miglioramenti nell’organizzazione interna della RAM.
I nuovi chip 1-Alpha supportano densità pari a 8 e 16 Gb per chip di memoria; un passo in avanti che secondo Micron permetterà di ridurre significativamente i costi, anche per gli utenti finali.
Entro la fine dell’anno Micron dovrebbe utilizzare il nuovo processo produttivo anche per le memorie LPDDR5 e le VRAM quali GDDR6 e GDDR6X (si potranno avere anche fino da 16 Gb, 2 GB).
Vedremo una versione aggiornata della RTX 3090 di NVidia con 12 chip di memoria o una Titan Ampere con una dotazione di VRAM pari addirittura a 48 GB? Difficile dirlo. Certo è che Micron pone oggi un’importante pietra miliare per rendere più semplice, affidabile e meno costosa la produzione di memoria RAM.
Dispositivi che potranno beneficiare del nodo 1-Alpha sono anche gli SSD NVMe (vedere Come verificare se il PC è compatibile PCIe NVMe): secondo noi una delle ragioni alla base degli investimenti di Micron ha a che fare con la precisa volontà di stare al passo con la domanda di dispositivi per lo storage dei dati sempre più capienti e veloci.
Inoltre, le GPU supportano già l’accesso agli SSD collegati via PCIe grazie alle nuove generazioni chip grafici di AMD e NVidia e all’uso delle API DirectStorage.