Della vicenda avevamo parlato a giugno: “Mi piace” fasulli: Facebook verserà 10 milioni di dollari. Facebook aveva visualizzato, attraverso le pagine del social network, una serie di “Mi piace” in corrispondenza a nominativi di utenti che mai avevano espresso il loro gradimento rispetto ad alcune tipologie di prodotti. Il colosso di Mark Zuckerberg aveva accettato di versare 10 milioni di dollari in beneficenza per porre una pietra tombale sulla questione. L’accordo raggiunto per intercessione del giudice dello stato della Califonia, però, non è bastato: con una class action avanzata nei confronti di Facebook, si è richiesto un rimborso economico per gli utenti che hanno visto il proprio nome associato a prodotti mai apprezzati in precedenza.
La notizia di oggi è che Facebook si è dichiarata disposta a versare la somma di 10 dollari per ciascun utente, iscritto al social network, che sia stato, in passato, indebitamente inserito nelle cosiddette “sponsored stories“, di fatto vere e proprie inserzioni pubblicitarie.
Il giudice chiamato ad esprimersi sulla questione, Richard Seeborg, non ha rilevato alcun impedimento ed ha espresso un primo parere favorevole sulla soluzione proposta. Facebook potrebbe quindi non versare più 10 milioni di dollari in beneficenza ma girarne, complessivamente, circa 20 milioni agli utenti che avevano sollevato obiezioni sul comportamento del social network.
Sul tavolo c’è però anche un’altra questione: Facebook avrebbe utilizzato anche i nomi di minorenni per inserirli nei suoi “annunci sponsorizzati”. È un punto, questo, che non è stato ancora preso in considerazione, spiegano i legali di un’associazione che opera a tutela del cittadino e del consumatore.