Meta nei guai in UE: Facebook e Instagram a pagamento violano il DMA

Le versioni a pagamento di Facebook e Instagram violano il Digital Markets Act: cosa si legge nelle sentenza preliminare e cosa rischia Meta.

Meta viola il Digital Markets Act, il regolamento europeo sui mercati digitali. Lo scrive in una sentenza preliminare la Commissione Europea, secondo cui il modello pubblicitario “Pay o consent” lanciato lo scorso anno su Facebook e Instagram viola l’articolo 5(2) della normativa non dando agli utenti una terza opzione, gratuita ma che utilizza meno dati per la profilazione.

Il modello pubblicitario di Meta per Facebook e Instagram viola il DMA: cosa rischia il colosso tech

Dopo le dovute indagini, gli enti regolatori hanno scoperto che il gigante tech con Mark Zuckerberg al timone permette agli utenti di scegliere tra due sole opzioni, ovvero pagare un abbonamento mensile per usare Facebook e Instagram senza pubblicità oppure optare per le versioni gratuite dei due social ma supportate da annunci. Così facendo, quindi non rendendo disponibile una soluzione più flessibile per gli utenti, Meta viola il regolamento europeo.

La Commissione Europea ritiene che gli utenti debbano poter avere accesso ad una versione meno personalizzata di una piattaforma ma equivalente. «Gli utenti che danno il consenso devono continuare ad avere accesso a un servizio equivalente che usi meno loro dati personali, in questo caso per la personalizzazione della pubblicità», si legge nella sentenza preliminare.

«La nostra opinione preliminare è che il modello pubblicitario di Meta non sia conforme al Digital Markets Act», scrive Margrethe Vestager (che di recente ha anche commentato la strategia di Apple circa la disponibilità di Apple Intelligence in UE). «Vogliamo dare ai cittadini gli strumenti per assumere il controllo dei propri dati e scegliere un’esperienza pubblicitaria meno personalizzata».

La Commissione Europea ha informato Meta delle accuse. A indagini concluse (nel 2025), dovessero essere confermate le violazioni, l’UE potrebbe infliggere al colosso tech una multa pari al 10% del suo fatturato mondiale totale. La sanzione potrebbe raggiungere il 20% in caso di violazione ripetuta.

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