L’autorità brasiliana per la protezione dei dati, ovvero l’ANPD, ha vietato a Meta l’addestramento dei suoi modelli di Intelligenza Artificiale con i dati personali dei cittadini brasiliani. Secondo quanto sostenuto, ciò comporterebbe dei gravi rischi per l’utenza.
Così come avviene già nel territorio europeo, la compagnia proprietaria di social network come Facebook e Messenger, sta agendo lavorando sui dati presenti sulle sue piattaforme per alimentare l’IA. In questo contesto rientrano dati come post, immagini e simili: tutti contenuti che Meta vorrebbe “riciclare” per fornire nuove informazioni all’IA.
La decisione dell’ANPD è stata in qualche modo favorita dal recente rapporto di Human Rights Watch. In questo documento, infatti, è stato dimostrato come LAION-5B (uno dei più grandi set di dati nel contesto dell’addestramento IA) conteneva foto personali di bambini brasiliani, integrate nel pacchetto senza alcun tipo di consenso.
Addestramento IA con dati degli utenti in Brasile: ecco come si difende Meta
L’Associated Press ha riportato la dichiarazione dell’ANPD che parla di un “Rischio imminente di danni gravi, irreparabili o difficili da riparare” per gli utenti dei social network che risiedono in Brasile. La nazione sudamericana, dal canto suo, è uno dei mercati più importanti di Meta, forte di ben 102 milioni di utenti.
La mossa del Brasile porta la compagnia a dover agire in fretta. Dopo la notifica, pubblicata nella giornata di ieri, i tempi previsti per legge riguardo al conformarsi alla direttiva sono di cinque giorni. In caso contrario, Meta rischia una multa giornaliera di circa 8.800 dollari. Una cifra trascurabile per un colosso informatico, ma che può ledere la sua immagine agli occhi degli utenti sudamericani e non solo. Se è vero che Meta offre gli strumenti, non solo nel paese sudamericano, per impedire l’utilizzo dei propri dati per alimentare IA, per l’ANPD questi sono difficili da raggiungere per l’utente medio.
Meta, dal canto suo, ha risposto all’accusa affermando come il suo operato è “Conforme alle leggi e ai regolamenti sulla privacy in Brasile“, sostenendo poi come la sentenza sia un passo indietro per l’innovazione e un ostacolo per i potenziali benefici che l’IA potrebbe portare al Brasile.