Gli aggiornamenti software interessano anche il robot Curiosity, arrivato già da qualche giorno sul suolo di Marte. Gli ingegneri della NASA hanno infatti dichiarato di essere in procinto di trasmettere al rover una serie di update appositamente concepiti per ottimizzare l’effettuazione delle operazioni previste sulla superficie marziana.
Mike Watkins, uno dei responsabili della missione, ha dichiarato: “esattamente come viene aggiornato il sistema operativo di un personal computer, di un notebook o di un dispositivo mobile, stiamo facendo esattamente la stessa cosa con Curiosity. (…) Abbiamo la necessità di trasmettergli software “ad hoc” per lo svolgimento delle operazioni sul suolo di Marte“. L’invio del pacchetto software aggiornato dovrebbe cominciare a partire dalla giornata di domani.
Nel frattempo, dopo l’iniziale trasmissione di alcune immagini a bassa risoluzione, il quartier generale della NASA ha cominciato a ricevere le prime foto di qualità più elevata. Si tratta di panoramiche a 360 gradi che ritraggono la zona del cratere Gale nel quale il rover si appresta a muoversi. Otto volte più nitide rispetto alle miniature giunte inizialmente a Terra, le foto ad alta risoluzione vengono spostate dalla memoria della fotocamera al computer centrale prima di essere spedite sul nostro pianeta.
Una delle immagini pubblicate dalla NASA sul suo sito web ufficiale mostra come sulla scocca protettiva del rover si siano accumulate quelle che sembrano pietre o comunque piccoli elementi di roccia. È assai probabile che tale materiale sia stato proiettato sopra il robot dai propulsori durante le ultime fasi della discesa su Marte.
La zona sulla quale si è adagiato il rover della NASA è chiaramente visibile esaminando “le orme” ben evidenti sul suolo del pianeta rosso.
Le foto veicolate sulla Terra da Curiosity sono al vaglio dei tecnici che proprio in queste ore stanno valutando quale possa essere il migliore percorso che il rover è bene segua per arrivare ai piedi del monte Sharp, uno dei principali obiettivi della missione svoltasi in due anni di tempo.
Già dal 2006 Google ha pubblicato sul servizio Maps le mappe della superficie di Marte. Con una semplice ricerca, è possibile individuare immediatamente il cratere Gale (vedere questo indirizzo) ove il robot della NASA è atterrato – pardon – “ammartato“. Google propone tre modalità di visualizzazione: quella basata sull’altimetria, sull’infrarosso e le aree visibili dall’occhio umano.
Tutte le altre foto ad alta risoluzione diffuse dai tecnici della NASA sono consultabili in questa pagina.