Cinque volte il numero dei malware che hanno bersagliato Mac OS X nel quadriennio 2010-2014. Secondo uno studio congiunto firmato Bit9 e Carbon Black, tante sarebbero le minacce rilevate nel 2015, peraltro non ancora conclusosi, sul sistema operativo di Apple.
Windows continua ad essere la piattaforma più bersagliata in assoluto e Mac OS X è davvero ancora molto lontano dai numeri del sistema operativo Microsoft. Eppure, complice la maggiore diffusione rispetto al passato di sistemi Mac OS X, gli sviluppatori di malware stanno iniziando a prendere di mira in maniera più incisiva la piattaforma della mela morsicata.
Quello appena registrato è il picco massimo in termini di diffusione malware sulla piattaforma Mac OS X.
In dieci settimane (tanto è durata la ricerca condotta da Bit9 e Carbon Black), sono stati rilevati 1.400 campioni malware per Mac OS X, ciascuno dei quali è stato analizzato nel dettaglio.
Tra le minacce più diffuse vi sono trojan che attivano backdoor sfruttando vulnerabilità Java (Lamadai), malware che consentono di eseguire comandi da remoto sulle macchine delle vittime, trojan che prendono di mira enti governativi (Appetite), codici nocivi che rubano credenziali BitCoin sfruttando l’avvio di applicazioni “craccate”.
In termini di valori assoluti, la distanza tra Mac OS X e Windows è ancora abissale se si guarda al numero di malware. Mac OS X, comunque, si conferma un sistema tutt’altro che inviolabile. Più semplicemente, godendo di una quota di mercato superiore rispetto al passato sta iniziando a raccogliere un sempre maggiore interesse da parte dei malware writers.
Si pensi alla piattaforma Android: per i criminali informatici il poter potenzialmente bersagliare una base di utenti composta da 1,5 miliardi di soggetti porta a considerare il mondo del robottino verde come un mercato estremamente remunerativo.