Le indiscrezioni sulla vendita di parte della proprietà di Intel a TSMC o comunque della formazione di una joint venture focalizzata sulla produzione di semiconduttori, hanno scatenato un acceso dibattito tra analisti, esperti del settore e politici. Oltre che fatto guadagnare a Intel diversi punti in borsa. Segno evidente del fatto che il mercato chiede un cambiamento importante alla società di Santa Clara.
Anche all’interno della stessa Intel, le novità all’orizzonte hanno suscitato reazioni significative, come dimostrano le dichiarazioni di Joseph Bonetti, Principal Engineering Program Manager Intel che in un post pubblicato su LinkedIn ha espresso preoccupazione per l’eventualità che l’azienda ceda il controllo della propria capacità produttiva a TSMC, proprio nel momento in cui l’azienda sta riconquistando il primato tecnologico nei processi produttivi.
Intel e il ritorno alla leadership nei semiconduttori
Secondo Bonetti, le affermazioni secondo cui Intel sia in ritardo rispetto ai concorrenti non rispecchiano la realtà. L’azienda avrebbe infatti compiuto passi da gigante nello sviluppo delle tecnologie di produzione. Il processo Intel 3, già in uso per la produzione dei processori Xeon 6 destinati ai data center, è un esempio del progresso raggiunto. Ancora più rilevante è l’imminente Intel 18A, il nodo produttivo che dovrebbe alimentare i processori Panther Lake per PC nel corso dell’anno. Ne abbiamo parlato nell’articolo dedicato al confronto tra TSMC N2 e Intel 18A, ricetta (ormai non più segreta) della società fondata da Gordon Moore e Robert Noyce che potrebbe presto tradursi in un vero e proprio “asso nella manica”.
Scrive Bonetti che in molti articoli si afferma che, a valle di un eventuale accordo con Intel, gli ingegneri di TSMC “verranno e condivideranno il loro know-how e aiuteranno Intel a far funzionare i loro nodi 3nm e 2nm. Eh? Il nodo “3nm” di Intel, Intel 3, è in produzione da molti mesi ed è utilizzato negli ultimi chip Xeon 6 di Intel. Intel 18A, il nodo “2nm” di Intel, è in fase di completamento (…) ed è sulla buona strada per raggiungere i chip Panther Lake verso la fine di quest’anno. TSMC ha il suo nodo “2nm”, N2, attivo e funzionante? No“.
Il manager di Intel prosegue sostenendo che il nodo 18A di Intel sarà superiore alla soluzione di TSMC N2, come confermano alcuni report. Questo perché può contare su un’alimentazione posizionata sul retro (PowerVia, n.d.r.), una novità descritta già di per sé come una vera e propria impresa ingegneristica. Ne abbiamo parlato nell’articolo citato in precedenza.
Bonetti osserva che quest’innovazione migliorerà significativamente l’efficienza e le prestazioni rispetto alle soluzioni concorrenti, contribuendo a far riconquistare la leadership a Intel. D’altra parte TSMC N2 (classe 2nm) entrerà in produzione di massa solo verso la fine del 2025 e non userà ancora una soluzione simile a Intel PowerVia.
Intel dispone di una struttura “a prova di futuro”
Nel suo post, Bonetti osserva che la competizione non si fermerà di certo a N2 e 18A ma sarà sempre più serrata e stimolante. A questo proposito, sostiene, al fine di portare il concetto di miniaturizzazione dei transistor all’estremo, ci sarà bisogno di apparati High-NA EUV.
Intel è l’unica fonderia che ha due di questi strumenti in funzione (dal costo di 350 milioni di dollari ciascuno) e che esegue attività di ricerca e sviluppo su questi nuovi sistemi. Per questo, secondo Bonetti, la società di Santa Clara può contare su un vantaggio competitivo di almeno un anno.
“Quindi chi aiuterebbe chi se ci fosse una joint venture?”, osserva piccato. “Sì, Intel Foundry sta soffrendo finanziariamente perché sta spendendo decine di miliardi per costruire nuove fonderie e strumenti EUV. Inoltre, Intel Foundry non ha ancora attratto grandi clienti esterni. Ma questo è naturale. Nessun grande potenziale cliente (NVIDIA, Qualcomm, ecc…) rischierà la propria partnership con TSMC per tentare l’inesplorato. Intel Foundry è sul punto di dimostrare il proprio valore con i propri prodotti, e subito dopo con Microsoft e Amazon, che sono entrambi clienti per la realizzazione di chip 18A“.
Bonetti è certo che non appena il livello di maturazione raggiunto da Intel sarà sotto gli occhi di tutti, allora i grandi nomi trasferiranno parte della produzione a Intel Foundry. La concorrenza tecnica di Intel e i dazi possono rappresentare un grosso problema per TSMC. “Cedere il controllo delle fonderie Intel risolve questo problema per TSMC, ma danneggia Intel, danneggia la leadership degli USA e dà credibilità alla falsa idea che Intel Foundry non sia avanzata quanto TSMC“.
E il program manager conclude con un appello accorato: “leader Intel, consiglio di amministrazione Intel, amministrazione Trump, per favore non vendete e/o non date il controllo di Intel Foundry a TSMC, proprio mentre Intel sta guadagnando un vantaggio tecnico e sta cambiando marcia. Questo sarebbe un errore orribile e demoralizzante“.
Credit immagine in apertura: Intel Corporation