Uno su cinque sistemi Mac OS X rimarranno senza aggiornamenti di sicurezza. Apple ha infatti appena confermato il ritiro definitivo di Mac OS X 10.6 “Snow Leopard”, la settima versione del sistema operativo lanciata da Steve Jobs ad inizio giugno 2009.
Dopo aver rilasciato, nella giornata di ieri, una serie di patch destinate ai possessori di sistemi basati su Mac OS X 10.9 “Mavericks”, 10.8 “Mountain Lion” e 10.7 “Lion”, la Mela ha lasciato “a bocca asciutta” gli utenti che ancor’oggi si servono di Mac OS X 10.6.
Solitamente, non appena Apple rilascia una nuova versione di Mac OS X, l’azienda prosegue anche con gli aggiornamenti della precedente release abbandonando invece le versioni più vecchie. Secondo questo “modus operandi”, nel momento in cui (metà 2012) Apple lanciò sul mercato “Mountain Lion”, “Snow Leopard” avrebbe dovuto essere portata sul viale del tramonto. La società invece preferì continuare con gli aggiornamenti anche in forza del cambio di “politica” aziendale che adesso prevede il rilascio di una nuova versione di Mac OS X a cadenza annuale.
Andrew Storms, direttore di DevOps – società specializzata nella ricerca e nelle soluzioni per la sicurezza informatica -, critica l’atteggiamento di Apple che continua a non indicare con chiarezza il ciclo di vita di ciascun software che viene via a via rilasciato.
Mac OS X 10.6 “Snow Leopard” potrebbe diventare quello che oggi è Windows XP per Microsoft ossia un sistema operativo utilizzatissimo dalla clientela e duro a morire. Alla fine di gennaio 2014, infatti, il 19% di tutti i sistemi Mac montavano ancora “Snow Leopard”.
Il rischio è a questo punto legato alla mancanza di aggiornamenti di sicurezza: eventuali problemi che interesseranno anche Mac OS X 10.6 saranno verosimilmente lasciati irrisolti.