La Commissione europea ha chiesto ufficialmente chiarimenti a YouTube, Snapchat e TikTok per quanto concerne il funzionamento degli algoritmi che suggeriscono i contenuti agli utenti. La CE sembra aver richiesto i meccanismi di tali sistemi rispetto tematiche come politica, tutela dei minori e salute mentale.
Più nello specifico, a YouTube e Snapchat è stato chiesto di fornire i fattori presi in esame dagli algoritmi riguardo i rischi sistemici legati agli stessi. TikTok è invece finito sotto la lente d’ingrandimento dell’UE a causa di limiti in considerazione di potenziali manipolazione più sotto il punto di vista politico e della pluralità dell’informazione.
TikTok, YouTube e Snapchat: tempo fino al 15 novembre per mostrare all’UE dati riguardo gli algoritmi
A livello puramente pratico, la CE sembra interessata dunque a capire come le piattaforme agiscono per limitare la diffusione di contenuti illegali, come quelli che promuovono il consumo di droga. Le procedure sono state avviata seguendo le direttive del Digital Services Act (DSA), regolamento dell’UE attivo sul territorio europeo dal 2022.
Con la mossa della CE, tutte e tre le piattaforme dovranno fornire adeguate informazioni entro il 15 novembre. Dopo un attento esame da parte delle autorità, la stessa CE determinerà l’eventuale apertura di un procedimento formale. In caso di documentazione lacunosa o ritenuta inappropriata potrebbe portare a sanzioni ricorrenti per i tre social network coinvolti.
Il DSA tende a suddividere i social network in base al volume d’utenza. Le piattaforme con più di 45 milioni di utenti mensili nel contesto europeo, vengono dunque catalogati come VLOP, categoria in cui rientrano tutte le parti in causa. Questo status pone i servizi sotto un regime di regole molto più severe, con continui contatti rispetto alle autorità per quanto concerne la segnalazione di attività considerate illegali, oltre a una maggiore trasparenza per quanto riguarda sistemi di moderazione dei contenuti e gestione della pubblicità.
TikTok ha rischiato il ban sul territorio europeo in passato, mentre YouTube è stato contestato per misure contro gli adblock considerate troppo aggressive.