Quando il velo posto sul nuovo iPhone di Apple sarà sollevato, nella giornata di dopodomani, si saprà la verità. Fonti vicine all’azienda, citate quest’oggi dal Wall Street Journal, confermano che l’iPhone 5 (il nome del dispositivo non è ufficiale ma è altamente probabile che possa essere questo) integrerà il supporto per le reti mobili LTE.
Tra le tecnologie per l’accesso alla rete Internet a banda larga in mobilità, LTE (Long Term Evolution) si pone, almeno tecnicamente, a metà strada fra quelle di terza e quelle di quarta generazione. Il termine 4G, per LTE, non calza quindi a pennello purtuttavia, essendo ormai entrato nel linguaggio comune per esigenze di marketing, anche l’ITU (organizzazione internazionale che si occupa di definire gli standard nelle telecomunicazioni e nell’uso delle onde radio) ha recentemente iniziato a tollerarne l’uso dopo gli strali iniziali (vedere l’articolo ITU: WiMax e LTE un’evoluzione ma non sono “4G”).
Almeno in linea teorica, LTE dovrebbe garantire trasferimenti dati in downstream sino a 326,4 Mbps mentre in upstream fino a 86,4 Mbps. Ovviamente le prestazioni garantite all’atto pratico dai vari operatori telefonici saranno certamente inferiori ma saranno in ogni caso decisamente migliori rispetto alle connessioni HSDPA/HSDPA+.
Il problema di fondo per chi produce dispositivi mobili è che nei vari Paesi del mondo le frequenze sulle quali vengono oppure saranno erogati i servizi di connettività mobile con tecnologia LTE sono diverse. Si calcola che potrebbero essere almeno 36 le differenti bande di frequenza utilizzate nelle varie nazioni. In Italia LTE sarà offerta su quattro lotti di frequenza: 800, 1.800, 2.000 e 2.600 MHz. Mentre i 2.000 MHz sono stati sostanzialmente “snobbati” in sede d’asta, l’interesse si è concentrato soprattutto sugli 800 MHz: utilizzando tali frequenze, le società di telecomunicazioni possono allestire una rete mobile a banda larga di nuova generazione controllando i costi (gli investimenti sono più contenuti rispetto alle altre bande) e, soprattutto, avendo la possibilità di offrire una miglior copertura sul territorio (l’impiego di frequenze trasmissive basse permette di attraversare gli ostacoli più “difficili”). Le frequenze superiori agli 800 MHz consentono invece di coprire aree decisamente più contenute.
Secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal, Apple potrebbe aver deciso di rendere compatibile l’iPhone 5 LTE con tutti i principali provider a livello mondiale consentendo l’uso del dispositivo sui vari blocchi di frequenza. Il nuovo “melafonino“, quindi, potrebbe riuscire a collegarsi via LTE, sin da subito, negli Stati Uniti come in Australia od in Italia, non appena le infrastrutture di rete saranno pronte e disponibili.
La società della Mela potrebbe quindi voler evitare di commettere lo stesso errore che ha visto protagonista il nuovo iPad (vedere l’articolo L’Australia bacchetta il nuovo iPad: LTE incompatibile). Il tablet di Apple era stato pubblicizzato come compatibile con le reti 4G quando, in realtà, i possessori del nuovo iPad avrebbero potuto collegarsi agli operatori che mettono a disposizione il servizio LTE sui 700 e 2.100 MHz (cosa che accade già, almeno parzialmente, negli Stati Uniti ed in Canada).
In Italia, dopo l’asta di assegnazione delle frequenze (estremamente fruttuosa per le casse statali), sono iniziati i test da parte dei vari operatori ed a breve potrebbe iniziare la commercializzazione dei servizi di connettività su tecnologia LTE (per maggiori informazioni sulla situazione italiana, suggeriamo di fare riferimento a questi nostri approfondimenti).
3 Italia, attraverso le parole di Dina Ravera, ha appena confermato di voler coprire ulteriori 800 comuni italiani entro la fine dell’anno mettendo a disposizione di cittadini ed imprese la tecnologia LTE. La società parla di una velocità sino a 42 Mbps in downlink e fino a 5,76 Mbps in uplink.