Non è possibile confondere un Apple iPad con un tablet Galaxy Tab 10.1 di Samsung. È questa, in sostanza, la conclusione alla quale sono pervenuti i giudici di Londra nel procedimento d’appello che vedeva contrapposte, ancora una volta, la società della Mela e l’azienda coreana. Decadono, quindi, almeno in Gran Bretagna le accuse di plagio che Apple aveva mosso nei confronti di Samsung.
Apple non soltanto deve incassare la sconfitta londinese ma, come qualche insegnante faceva fare tempo fa agli alunni più discoli, l’azienda dovrà scrivere che l’azienda concorrente “non è una copiona”.
I giudici inglesi hanno stabilito che Apple dovrà, a suo carico e a sue spese, provvedere a correggere quel ritratto negativo di Samsung che i legali dell’azienda fondata da Steve Jobs hanno in questi mesi dipinto. Per questo motivo, Apple dovrà pubblicare una comunicazione sul suo sito web ufficiale informando la clientela circa l’esito della controversia. Tale riferimento dovrà essere inserito direttamente in home page inserendo un link ad una pagina dedicata. Analoga operazione dovrà essere effettuata su tutta una serie di testate acquistando delle inserzioni a pagamento.
La tesi di Samsung è quindi passata: in giudici inglesi hanno riconosciuto che Apple non è stata la prima azienda a brevettare un dispositivo informatico, utilizzabile in mobilità, somigliante ad una “tavoletta”, con i bordi arrotondati.
Per il momento, la veste di Samsung resta ancora macchiata da quella storica sentenza che il giudice Lucy Koh ha emesso negli Stati Uniti: a fine agosto scorso, il colosso coreano è stato condannato al versamento di 1 miliardo di dollari nelle casse di Apple per aver violato alcuni brevetti della concorrente (Samsung deve versare oltre 1 miliardo di dollari ad Apple). Da un lato, Samsung spera di ribaltare la decisione in appello, dall’altro Apple conta di bloccare la vendita negli States di tutta una serie di dispositivi mobili prodotti dalla società rivale (USA: a dicembre si parlerà di blocco dei device Samsung).