Sono in pochi a conoscere la storia che ha portato alla nascita dei loghi di aziende quali Google, Facebook, Twitter ed Apple. Proviamo a dare conto di quelle idee e di quelle situazioni che hanno indotto i fondatori di ciascuna azienda a pensare a una brand identity unica e universalmente riconoscibile.
Logo Google, un’estensione del nome: ecco com’è nato
Iniziamo con il logo di Google: nel 1996, quando Larry Page e Sergey Brin progettarono e idearono la prima versione del loro motore di ricerca, lo battezzarono BackRub. Un appellativo che faceva riferimento all’abilità del loro algoritmo nell’analizzare i back link di ciascuna pagina web; in questo modo se ne valutava la popolarità e l’autorevolezza (concetto parzialmente conservato anche nel motore di ricerca odierno).
BackRub fu ospitato sui server dell’Università di Stanford fintanto che non cominciò a impegnare troppa banda.
Come riportato in questa pagina (la fonte è David Koller, ricercatore presso la Stanford), l’anno successivo – nel 1997 – Page e i suoi ritennero che BackRub non era un appellativo sufficientemente calzante e che aveva poco appeal.
Si decise quindi per un nome che richiamasse il termine Googol, coniato dal nipote del matematico statunitense Edward Kasner nel 1938 per riferirsi al numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri. La scelta non fu casuale: l’idea era quella di evocare l’enorme quantitativo di dati che il motore di ricerca era in grado di elaborare e indicizzare. A proporre il nome – l’ipotesi iniziale era Googolplex – fu l’allora studente di Stanford Sean Anderson e Page optò più semplicemente per Googol.
Anderson controllò se qualcuno avesse già registrato il nome a dominio ma sbagliò a digitarlo e scrisse google.com
anziché googol.com
. A Page il nome piacque ancora di più e il dominio fu registrato a lui stesso e a Brin il 15 settembre 1997.
Stando a quanto riferiscono più fonti, il logo di Google sarebbe stato creato da Brin usando il software Gimp. La designer Ruth Kedar fu poi attivata per migliorare il logo e per ottimizzarlo ulteriormente fino alla versione che oggi tutti conosciamo.
Il logo di Facebook: Zuckerberg vede bene il blu
Perché il logo di Facebook campeggia sempre su uno sfondo completamente blu? Perché è il colore preferito da Mark Zuckerberg.
Nel 2010 il magazine “The New Yorker” pubblicò una biografia del numero uno di Facebook spiegando che Zuckerberg soffre di daltonismo nella forma più comune: la cecità rosso-verde. I soggetti affetti da questa particolare alterazione nella visione dei colori non sono in grado di discernere il rosso dal verde perché le lunghezze d’onda dei due colori, rispettivamente di 700 nm e 540 nm, vengono percepite come identiche.
Zuckerberg ha sempre dichiarato che il blu era il miglior colore per lui ed è proprio la sua alterazione visiva che avrebbe indotto alla scelta della ben nota combinazione cromatica blu-bianco.
Il logo di Twitter è stato creato intersecando una serie di cerchi
A metà 2012 il direttore creativo di Twitter – a distanza di sei anni dalla piattaforma social – parlò del logo con il celeberrimo uccellino azzurro come l’unico “marchio di fabbrica” per riconoscere e riferirsi all’azienda.
Chi direbbe che quel logo è nato esclusivamente da una serie di cerchi, intersecati fra di loro e poi successivamente riempiti di colore? Provate a cliccare sulla GIF pubblicata nel tweet che proponiamo di seguito.
Twitter’s logo is all circles, but it’s not the only one: many other popular logos have been designed with circles https://t.co/F3QuWIQ5Yf pic.twitter.com/WU3JwU6te6
— Massimo (@Rainmaker1973) 18 ottobre 2018
Logo Apple: Steve Jobs era vegetariano
Dietro alla nascita del celeberrimo logo Apple raffigurante una mela morsicata c’è una storia piuttosto curiosa.
Anni fa Steve Jobs era vegetariano e “minacciò” di chiamare semplicemente Apple la sua azienda se non gli fossero pervenute proposte più convincenti.
Dal momento che non arrivarono idee alternative, Jobs optò davvero per l’appellativo Apple mettendo a punto un logo “retrò” in cui era raffigurato il fisico Isaac Newton, seduto sotto un albero di mele, con il frutto in procinto di cadergli sulla testa.
Qualche tempo dopo, la prima versione del logo Apple fu accantonata per scegliere il simbolo della mela rimasto sostanzialmente inalterato fino ai giorni nostri.
Stando a quanto riportato nella biografia di Jobs, la mela sarebbe morsicata per non ingenerare dubbi sul fatto di essere proprio una mela. Inoltre il termine inglese bite (“morso”) avrebbe una piacevole assonanza con byte, l’elemento base dell’indirizzabilità nelle architetture dei computer e l’unità di misura delle capacità di memoria.