In uno studio da poco pubblicato, la Linux Foundation ha stimato quali sarebbero i costi da affrontare per lo sviluppo di una distribuzione Linux, da zero. La ricerca prende come riferimento la distribuzione Fedora 9 valutando in 10,8 miliardi di dollari i costi legati allo sviluppo della “community version” di Red Hat Linux.
Per arrivare a questo dato, gli autori dell’indagine hanno fatto uso del software SLOCCount (“Source Lines of Code Count”) sviluppato da David Wheeler. Le righe di codice che regolano il funzionamento della distribuzione Linux sono state insomma adottate come strumento per la valutazione del valore intrinseco del prodotto software.
Gli autori dello studio reso pubblico dalla Linux Foundation hanno installato tutti i 5.547 pacchetti disponibili per Fedora effettuando quindi una valutazione basata sull’utilizzo dell’algoritmo COCOMO (“Constructive Cost Model“). Presentato nel 1981, COCOMO è un modello attraverso il cui impiego è possibile valutare i costi di sviluppo di un software. Tra i parametri usati ci sono i mesi-uomo necessari per la realizzazione del prodotto ed il tempo di consegna.
La ricerca resa nota dalla Linux Foundation e curata da Amanda McPherson, Brian Proffitt e Ron Hale-Evans, intende mettere in evidenza quanto sarebbe costato lo sviluppo dello stesso software (in questo caso, appunto, una distribuzione Linux) se si fosse usato il modo tradizionale e quindi un approccio di tipo proprietario. Nel calcolo dei costi di sviluppo, è stato indicato il salario medio di un programmatore software statunitense.
McPherson, Proffitt e Hale-Evans sottolineano tuttavia come i risultati dello studio debbano essere comunque presi con le molle. Una limitazione dell’analisi SLOC è che essa focalizza l’attenzione sul numero di linee di codice e non prende in considerazione in nessun modo il tipico ciclo di sviluppo iterativo all’interno del quale gli sviluppatori non soltanto aggiungono nuove righe di codice ma ne cancellano e ne modificato altre.