Ad agosto 2021 si è festeggiato il compleanno di Linux, ideato da Linus Torvalds trent’anni fa.
Server, supercomputer, dispositivi embedded, dispositivi mobili, automotive, elettronica di consumo: molti dei dispositivi che utilizziamo ogni giorno funziona grazie al kernel Linux.
In questo nostro articolo proviamo a riassumere alcuni utilizzi forse un po’ meno conosciuti di Linux per rimarcare quanto il sistema operativo sia davvero onnipresente, spesso celato “dietro le quinte”.
Linux è negli smartphone
Se utilizzate uno smartphone Android dovete sapere che le fondamenta del sistema operativo sviluppate da Google poggiano proprio sul kernel Linux.
Android non può essere considerato né una distribuzione GNU/Linux poiché la quasi totalità delle utilità GNU (GNU’s Not Unix) è sostituita da software sviluppato in Java né un sistema *nix-like. È comunque una piattaforma embedded Linux.
Android sfrutta una versione modificata del kernel Linux pur non adottando tutto l’insieme di programmi e librerie GNU. Il cosiddetto Hardware Abstraction Layer (HAL) utilizzato per l’astrazione dell’hardware, lo userspace ovvero lo spazio per le applicazioni eseguite in modalità utente esterno al kernel e protetto attraverso la separazione dei privilegi, il Desktop Enviroment, ad esempio, sono sviluppati e mantenuti da Google in totale autonomia.
Su Linux sono basati anche i laptop Chromebook il cui sistema operativo, Chrome OS, è stato realizzato da Google a partire dalla distribuzione Linux Gentoo.
Linux fa funzionare la maggior parte dei siti Web e dei servizi online
Ancora oggi il sistema operativo del pinguino rimane sempre il più diffuso in ambito server.
Le statistiche aggiornate da W3Techs confermano che il 78,5% dei siti web utilizza un server basato su una delle tante distribuzioni Linux disponibili mentre Windows Server è usato nel 21,7% dei casi.
Si calcola inoltre che le prime 500 aziende statunitensi facciano dipendere la loro infrastruttura da fornitori di soluzioni Linux Enterprise come ad esempio Red Hat. Piattaforme come Facebook, Google, Twitter, Youtube, Apple iCloud poggiano tutte su server Linux.
Per sapere su quale piattaforma si basa un sito web si può chiedere a NetCraft specificando il nome a dominio da verificare.
Linux è utilizzato in borsa e a livello di stock exchange
I mercati azionari hanno bisogno di un sistema che possa essere utilizzato per distribuire i carichi di lavoro e condurre simultaneamente un gran numero di operazioni in tempo reale.
La Borsa di Tokyo e NYSE Euronext sono esempi di mercati azionari che sono completamente basati sulla piattaforma Linux e in particolare sulle soluzioni Red Hat.
Anche il NASDAQ usa una distribuzione Linux nella sua infrastruttura e la Borsa di Londra usa Linux da più di un decennio.
Linux viene utilizzato dagli enti pubblici e a livello governativo
Periodicamente vengono pubblicate notizie di Stati, regioni ed enti pubblici che scelgono di abbandonare Windows per passare a Linux.
Da anni se ne parla: in alcuni casi la migrazione è stata definitiva, in altri si è dovuti tornare a Windows. Sì, perché questo tipo di operazioni vanno preparate con cura perché diversamente ci si trova a scontrarsi con incompatibilità con applicazioni e formati usati in precedenza, problematiche che fanno lievitare i costi anziché ridurli.
Sistemi Linux sono comunque utilizzati a ogni livello e spesso vengono integrati all’interno di infrastrutture informatiche in cui sono presenti macchine Windows. Non è necessario usare Linux per tutte le esigenze o, viceversa, Windows: i due sistemi operativi possono integrarsi e concorrere per la corretta erogazioni di servizi e applicazioni on-premise e sul cloud. Gestendo bene le licenze dei software proprietari e usando Linux per le funzionalità server più costose si possono contenere le spese.
Linux è sulla piattaforma cloud Microsoft Azure
Sin da quando Microsoft Azure è stata ideata gli utenti possono creare macchine virtuali basate su Linux, distribuirle nell’infrastruttura basata sul cloud o in contesti ibridi, attivare progetti basati su soluzioni opensource e mettere il pinguino al servizio dell’azienda. Ancora oggi le macchine Linux utilizzate su Microsoft Azure superano quelle Windows.
Linux è diventato uno strumento essenziale per il business di Microsoft e dei suoi clienti tanto da far dichiarare ai responsabili dell’azienda: “ci eravamo sbagliati sull’opensource“.
Il software libero è un’altra cosa ma il “cambio di rotta” di Microsoft ha indotto Richard Stallman a recarsi da Microsoft per portare 10 suggerimenti nella sede della società guidata da Satya Nadella.
Linux è in Windows 10 e Windows 11
I due più recenti sistemi operativi Microsoft, sia Windows 10 che Windows 11, permettono di eseguire le principali distribuzioni Linux in versione virtualizzata grazie a un componente chiamato Windows Subsystem for Linux (WSL 2) sul quale l’azienda di Redmond ha riposto molti sforzi.
Senza abbandonare Windows è possibile eseguire Linux all’interno del sistema Microsoft e addirittura eseguire programmi Linux dotati di interfaccia grafica.
Con gli ultimi aggiornamenti WSL 2 permette di installare in Windows singole applicazioni Linux che risulteranno avviabili dal menu Start, dalla barra delle applicazioni ed eseguibili in finestra.
Con Windows 11 e WSA (Windows Subsystem for Android) il supporto di WSL 2 è stato ulteriormente esteso per installare ed eseguire app Android. Già BlueStacks permetteva e consente tutt’oggi di fare qualcosa di molto simile.
Linux sui supercomputer, nella robotica e nello spazio
Non è possibile trascurare i supercomputer: i sistemi capaci di garantire una potenza computazionale dell’ordine dei PetaFLOP gestiscono e ottimizzano i carichi di lavoro proprio usando Linux. Basti pensare che i migliori 500 supercomputer al mondo sfruttano proprio Linux per funzionare.
L’uso di Linux e del software opensource da parte della NASA e di altre agenzie spaziali testimonia la versatilità e l’adattabilità del kernel e del relativo ecosistema software.
Dall’archiviazione dei dati inviati dai satelliti e dai telescopi all’elaborazione di quei dati da parte degli istituti di ricerca, le realtà che si occupano dell’esplorazione spaziale si affidano largamente a Linux.
Anche il primo robot umanoide – Robonaut 2 – inviato nello spazio e utilizzato nella Stazione Spaziale Internazionale funziona grazie a Linux.
Linux è sui router e sui dispositivi per l’Internet delle Cose
La maggior parte dei router utilizzano firmware basati su kernel Linux. In alcuni casi si tratta di piattaforme estremamente essenziali, simili a quelle usate nei dispositivi per l’Internet delle Cose (IoT): qui sono previste soltanto le funzionalità di networking e firewalling o poco più.
In altri casi quando il router fornisce strumenti più evoluti, legati in special modo a funzionalità di sicurezza, viene precaricata una distribuzione più complessa e articolata.
Collegandosi al router via Telnet gli utenti più avanzati possono agire a basso livello sul funzionamento del dispositivo e, ad esempio, modificare le tabelle di routing usando strumenti come iptables.
Smart TV, smartwatch e automotive
Linux non “alimenta” solo una pletora di set-top box. Molti tra i principali produttori di smart TV utilizzano un firmware basato su kernel Linux: da LG (che usa WebOS) a Samsung passando per Sharp, HiSense, Philips e Panasonic, la lista dei giganti che hanno scelto il pinguino per i loro prodotti è davvero nutrita.
Prodotti come gli Amazon Kindle, gli smartwatch e i sistemi di infotainment utilizzati nelle autovetture lavorano proprio servendosi di Linux.
Linux sul desktop
L’unico segmento di mercato in cui Linux è quasi assente è il desktop dove a fatica raggiunge il 2% delle quote globali. Annoso problema dovuto probabilmente anche all’eccessiva libertà di scelta per gli utenti che oggi possono scegliere tra decine di distribuzioni. Un aspetto che è sicuramente molto positivo ma che contribuisce ad aumentare la frammentazione lato desktop, soprattutto per via dei molteplici desktop environment e dei tanti sistemi per la distribuzione delle applicazioni che vengono utilizzati. A questo proposito Linus Torvalds aveva auspicato un fronte comune per il desktop.