Era il 25 agosto 1991: in quella data Linus Torvalds presentava la prima versione del kernel Linux, sistema operativo che avrebbe contribuito a “cambiare il mondo”, sia per la tecnologia che si è sviluppata intorno ad esso, sia per il modello di sviluppo è stato abbracciato anche in ambito business rivoluzionando lo sviluppo software.
Niente di quello che Torvalds ha ottenuto con Linux sarebbe successo se qualche anno prima Richard Stallman non avesse intrapreso una “crociata”, che prosegue ancora oggi, per promuovere il movimento del software libero.
Trent’anni fa Torvalds esordì con questo (storico) messaggio: “Ciao a tutti quelli che usano minix. Sto sviluppato un sistema operativo libero (solo un hobby, non sarà grande e professionale come GNU) per cloni AT 386(486). Si tratta di un progetto sul quale sto lavorando da aprile e sta cominciando a prendere forma. Mi piacerebbe avere un feedback sulle cose che piacciono o non piacciono a chi usa minix dato che il mio sistema operativo gli assomiglia un po’ (stesso layout fisico del file system per ragioni pratiche, tra le altre cose). Attualmente ho portato bash (1.08) e gcc (1.40) e le cose sembrano funzionare. Questo implica che otterrò qualcosa di pratico entro pochi mesi e mi piacerebbe sapere quali caratteristiche la maggior parte delle persone vorrebbe. Qualsiasi suggerimento è benvenuto, ma non prometto di implementarlo“.
Minix è il sistema operativo basato su un’architettura a microkernel che originariamente si presentava come una versione minimale di Unix per PC IBM e computer IBM PC/AT. Non tutti sanno che Minix è il sistema operativo più utilizzato al mondo ancora oggi perché a basso livello i processori Intel continuano a farne uso. Minix veniva e viene utilizzato in tutti quegli ambiti in cui è necessario svolgere operazioni di base senza consumare troppe risorse.
Pur essendosi ispirato a Minix, Torvalds assicurò che Linux non utilizzava alcun codice derivato da quel sistema operativo e scriveva che “probabilmente non supporterà mai nient’altro che hard disk per PC/AT“, un’affermazione che oggi fa impressione se si pensa alle distribuzioni, alle applicazioni, ai servizi, ai dispositivi hardware che sono stati sviluppati negli anni proprio poggiando sul kernel Linux.
Con il termine PC/AT ci si riferiva all’architettura presentata da IBM dieci anni prima con il suo primo personal computer della storia che introdusse un approccio tutto nuovo per la creazione di sistemi modulari facilmente assemblabili (AT è acronimo di advanced technology).
La versione 1.0 del kernel Linux non sarebbe arrivata fino al 1994 ma esattamente trent’anni fa Torvalds piantò un’importante pietra miliare.
“Se Microsoft farà mai delle applicazioni per Linux, significa che ho vinto“, disse una volta l’informatico finlandese. E questo è successo già da tempo con Microsoft che oggi ha abbracciato completamente Linux riconoscendo gli errori commessi in passato.
Basti pensare che Microsoft sta contribuendo attivamente allo sviluppo dei principali progetti opensource (è il soggetto che invia più contributi, superando Facebook, Docker, Google e molti altri), è entrata a far parte di Open Invention Network, della Open Source Initiative (OSI) e della Linux Foundation; ha inoltre integrato in Windows 10 e Windows 11 la possibilità di usare il kernel Linux (con WSL 2) e le principali distribuzioni del pinguino, scaricabili attraverso il Microsoft Store.
L’azienda di Redmond supporta inoltre da tempo tutti i progetti e le piattaforme opensource su Azure tanto che la maggior parte delle macchine virtuali usate dagli utenti sono proprio Linux.
Il termine Linux che ai tempi di Steve Ballmer alla guida di Microsoft e nell’era antecedente avrebbe scatenato tuoni e fulmini solo a provare a pronunciarlo all’interno delle mura aziendali, con l’arrivo di Nadella al timone dell’azienda (2014) è sempre più presente nel dizionario della società fondata da Bill Gates e Paul Allen ed anzi è una della più importanti e remunerative leve di business.
Server, supercomputer, dispositivi embedded, dispositivi mobili, automotive, elettronica di consumo: quasi tutto ciò che utilizziamo oggi funziona grazie al kernel Linux.
Lo stesso vale per le tecnologie che hanno rivoluzionato il mondo negli ultimi decenni, dal cloud all’Internet delle Cose passando per l’intelligenza artificiale, il machine learning, il deep learning…
Come evolverà Linux nel corso dei prossimi 30 anni? Mentre Windows e macOS verosimilmente guarderanno sempre di più al cloud, Linux potrebbe tenere i piedi sempre ben piantati per terra beneficiando esso stesso della possibilità di eseguire tutte le principali applicazioni da un browser web.