Si sapeva che ormai da tempo il padre di Linux, Linus Torvalds, aveva abbandonato la piattaforma x86 per sovrintendere e svolgere le attività di compilazione del sistema operativo.
Dopo aver lavorato per anni esclusivamente su hardware Intel, Torvalds è passato a una workstation AMD Ryzen Threadripper come sistema principale. A partire dalla pubblicazione del kernel Linux 5.19, l’informatico finlandese ha poi iniziato a compilare le build ARM64 ricorrendo a un sistema MacBook Air del 2022, basato su SoC Apple M2.
Torvalds ha pubblicamente apprezzato quella macchina, definendola come un valido alleato in mobilità e, soprattutto, un ottimo sistema per lavorare per scopi produttivi sull’architettura ARM64.
Linus Torvalds certifica il suo passaggio a una potente macchina Ampere ARM64
A distanza di un anno e mezzo, nelle note di rilascio del kernel 6.9, lo sviluppatore rivela adesso di essere passato a una macchina ARM64 più potente e ha ringraziato il produttore, ovvero Ampere, per avergliela fornita. Torvalds racconta di aver trascorso la scorsa settimana svolgendo tante attività di compilazione quante ne svolgeva sulla piattaforma x86-64 e prevede di continuare su questa strada nel corso dei periodi a venire. Ed aggiunge che il suo laptop Apple, basato su chip M2 di derivazione ARM, era utilizzato prevalentemente per i test settimanali più che per attività di compilazione svolte in modo continuativo. La macchina Ampere ha permesso di cambiare radicalmente questa impostazione.
L’inventore di Linux non specifica quale sistema Ampere abbia tra le mani, ma è altamente probabile che si tratti di una workstation o di un server costruito su chip Altra. I processori della famiglia Ampere Altra hanno da 32 a 128 core fisici; quelli AltraOne si spingono fino a 192 core. I primi sono anche più facilmente disponibili: accantonando una macchina ARM-based a soli 8 core qual è un sistema MacBook Air del 2022, è ovvio che Torvalds abbia immediatamente riscontrato enormi benefici nelle attività di compilazione e testing.
Migliora significativamente il supporto per i chip ARM su Linux
Esistono molteplici distribuzioni Linux progettate specificamente per essere eseguite su dispositivi che sfruttano chip ARM. Tra di esse vi sono anche le più famose come Ubuntu, Debian, Fedora e Arch Linux, oltre ad esempio alla distro di Raspberry Pi. Queste distribuzioni sono ottimizzate per sfruttare al meglio le capacità e le caratteristiche dei processori ARM, offrendo un’esperienza utente completa e funzionale su questa architettura.
Ma è il kernel Linux che, sotto la spinta di Torvalds e degli altri “contributori”, integra tutte le funzionalità di base per supportare tutte le caratteristiche dei SoC ARM. Qualcomm stessa ha collaborato alla maturazione del kernel del pinguino con tutta una serie di patch orientate espressamente a migliorare il supporto per i suoi chip, di vecchia e nuova generazione. Gli Snapdragon X Elite, ad esempio, sono progettati per Windows on ARM ma possono ovviamente coadiuvare il caricamento e l’esecuzione di qualunque distribuzione compatibile con la piattaforma ARM.