Linus Torvalds, il creatore di Linux, si è espresso su diversi temi in occasione dell’Open Source Summit Japan di Tokyo.
In compagnia del suo amico Dirk Hohndel, il capo di Verizon open source, Torvalds si è soffermato sul rilascio di Linux 6.7 che, al netto di problemi, dovrebbe avvenire proprio nel periodo natalizio. Nonostante ciò, il cinquantatreenne finlandese non si è detto molto soddisfatto di questa finestra di lancio che, secondo lui “distrugge il Natale“.
In questi giorni, dunque, gli sviluppatori si stanno affannando per farsi trovare pronti all’introduzione, adattando i software su cui lavorano alla nuova versione dell’OS. Nella chiacchierata tra amici, Hohndel ha proprio sottolineato quanto sia duro e stressante il lavoro per chi lavora sul kernel Linux e di come il loro ruolo sia fondamentale per rendere il sistema operativo competitivo. Torvalds ha poi sottolineato come, di per sé, scrivere in codice non sia così complicato. A rendere tale lavoro difficile è mantenere le relazioni tra le persone e l’organizzazione del lavoro stesso.
A preoccupare i due, a quanto pare, è anche il passare degli anni. La community che si occupa del kernel, infatti, sta complessivamente avanzando di età. Molti di essi si avvicinano ai 60 anni e altri ai 70, con un ricambio generazionale che non sembra all’altezza delle aspettative.
Linus Torvalds si esprime su Linux 6.7, IA e open source
Tra i due, poi, si è dialogato dell’argomento Intelligenza Artificiale e, più nello specifico, nel contesto dei modelli linguistici di grandi dimensioni. Lo stesso Hohndel ha chiesto come e se i LLM influenzeranno la scrittura di codice, anche nel contesto di Linux.
Torvalds ha affermato che ciò è inevitabile ma, a differenza di molte persone, non sembra troppo preoccupato per l’Intelligenza Artificiale. Per l’informatico “È chiaramente qualcosa in cui l’automazione ha sempre aiutato le persone a scrivere codice. Non è affatto una novità“.
Il padre di Linux spera che l’IA possa davvero essere d’aiuto agli sviluppatori, aiutandoli a trovare bug “stupidi” ma che, in molti casi, rendono il loro lavoro più lungo e snervante in quanto difficili da individuare. Di fatto, Torvalds vede questo tipo di strumenti come utili per aiutare le persone ad essere migliori in quello che fanno.
Infine, l’informatico ha voluto soffermarsi sul concetto di open source e sulla sua evoluzione nel corso degli ultimi anni “Mi piace il fatto che l’open source, il concetto di apertura, sia stato accettato molto più ampiamente. Mi è piaciuto particolarmente perché ricordo com’era trent’anni fa quando ho iniziato questo progetto, e le persone mi chiederebbe: Perché? E la gente direbbe: Ma come si fa a fare soldi? Quella domanda non si pone più. L’open è diventato uno standard nel settore“.