LinkedIn, allarme frodi: ecco tutte le tattiche più diffuse

Tutti i rischi su LinkedIn, dal phishing alle false offerte di lavoro: una ricerca svela come agiscono i truffatori.

Secondo quanto emerso dall’ultima ricerca di NordLayer, azienda impegnata nella sicurezza di rete per le aziende, LinkedIn è diventato il punto di riferimento per le frodi professionali.

L’indagine ha rivelato alcuni tra gli schemi più diffusi tra quelli attuati dai criminali per ottenere informazioni sensibili sulle aziende e sui loro dipendenti. Si parla di semplici false offerte di lavoro, attacchi phishing e persino classici collegamenti esterni alla piattaforma verso siti Web malevoli.

Carlos Salas, esperto di sicurezza informatica presso NordLayer, ha affermato come “le piattaforme di social media, incluso LinkedIn, hanno registrato una crescita significativa del numero di utenti e del coinvolgimento nel corso degli anni. Con più persone che si uniscono e utilizzano queste piattaforme, i truffatori hanno un pool più ampio di potenziali vittime“.

Ciò, però, non significa che lavoratori e imprenditori non possano prevenire le truffe su LinkedIn. Con alcune misure proattive, infatti, è possibile salvaguardare con efficacia le proprie informazioni professionali e personali.

Phishing e furto di dati: su LinkedIn un numero sempre maggiore di truffe

Tornando alle tattiche più diffuse, quella più praticata prevede l’utilizzo di un nome di un’azienda all’insaputa della stessa. La ricerca, infatti, ha rivelato che metà delle aziende nel Regno Unito ha confermato che qualcuno ha abusato del proprio marchio per trarne profitto.

Salas ha poi spiegato “LinkedIn è una piattaforma di networking professionale e gli utenti spesso si fidano delle interazioni con aziende e organizzazioni legittime. Utilizzando un nome di società nota o rispettabile, i truffatori possono guadagnare più rapidamente la fiducia delle potenziali vittime“. Lo stesso esperto ha poi dato alcuni consigli pratici per evitare guai in tal senso “Controlla sempre che i dettagli dell’azienda come il nome, il logo e che altre informazioni corrispondano a ciò che afferma l’individuo o l’azienda di essere“.

Dati alla mano, le altre pratiche truffaldine diffuse sulla piattaforma sono le seguenti:

  • Messaggi phishing, diffusi attraverso falsi reclutatori che promettono un posto di lavoro, ottenibile passando attraverso un sito malevolo;
  • False offerte di lavoro, che attraggono le persone alla ricerca di occupazione (secondo la suddetta ricerca il 63% degli inglesi ha avuto a che fare con questo tentativo di truffa);
  • Allegati e collegamenti dannosi, con annessi malware o ransomware;
  • Sondaggi fasulli, utilizzati per sottrarre dati personali alle vittime.

Così come per qualunque altro ambito legato alla tecnologia, le truffe su LinkedIn non sono statiche: se questi sono i rischi al momento, non è detto che in un immediato futuro le tattiche mutino, diventando ancora più temibili.

Fonte: sdxcentral.com

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