LibreOffice è la suite per l’ufficio distribuita come software libero (sotto licenza LGPL) che è stata realizzata a partire dal noto OpenOffice.org. Almeno nella fase iniziale, LibreOffice era considerabile come un fork di OpenOffice.org; successivamente il prodotto è divenuto un software sempre più indipendente imboccando una strada diversa all’applicazione entrata a far parte del portafoglio Oracle (con l’acquisizione di Sun), prima, e poi passata alla Apache Software Foundation.
La prima versione stabile di LibreOffice fu rilasciata nel nemmeno due anni fa, a gennaio 2011, sotto la spinta di “The Document Foundation” (TDF), organizzazione che fu creata da un folto numero di ex sviluppatori di OpenOffice.org con obiettivo quello di separare lo sviluppo del codice alla base del funzionamento della suite per l’ufficio dagli interessi commerciali di una sola azienda. La fondazione chiese ad Oracle di poter acquisire, a titolo gratuito e definitivo, il conosciuto marchio OpenOffice.org. La domanda fu rigettata ed il nome assegnato alla suite – LibreOffice, appunto – inizialmente prodotta a partire dal codice di OpenOffice.org, anziché essere temporaneo è così divenuto definitivo.
Mentre “The Document Foundation” si accinge a rilasciare la versione 4.0 di LibreOffice (dovrebbe arrivare nel corso del prossimo febbraio), Italo Vignoli, uno dei fondatori di TDF, oltre che membro del consiglio direttivo, ha presentato quest’oggi una novità riservata agli utenti italiani: si tratta di LibreItalia, la comunità italiana degli utenti di LibreOffice. “LibreItalia diventerà ben presto un’associazione di volontariato senza fini di lucro, con uno statuto che riflette quello di The Document Foundation, e con un consiglio che rappresenta la comunità degli utenti italiani di LibreOffice“, spiega Vignoli. L’iniziativa, evidentemente, mira a rafforzare la base di utenti di LibreOffice sul territorio italiano raccogliendo le voci di chi ha scelto la suite “libera”.
Vignoli aggiunge che LibreOffice è oggi una soluzione totalmente indipendente “dall’egemonia di una sola azienda” mentre tante sono le società che hanno offerto il loro supporto. Tra gli sponsor vengono citati nomi noti come Canonical, Google, Intel, RedHat e SUSE ma viene portato come esempio anche quello di Lanedo, una piccola azienda tedesca che ha costruito la maggior parte del suo business proprio intorno a LibreOffice. “Speriamo che sia la prima di una lunga serie“, si augura Vignoli evidenziando come il prodotto partorito da “The Document Foundation” possa essere adatto per “fare impresa”.
Tra le novità di LibreOffice 4.0, appena rilasciato in versione “beta”, c’è la funzionalità CMIS, un protocollo aperto che consentirà di accedere ai contenuti prodotti utilizzando le svariate piattaforme per la gestione dei contenuti (CMS) oggi a disposizione (Alfresco, Nuxeo, Sharepoint,…).