Tra le ormai innumerevoli applicazioni pratiche dell’Intelligenza Artificiale figura anche l’archeologia.
A dimostrare ciò è stato l’impiego di questa tecnologia per decifrare una serie di misteriosi testi romani. Stiamo parlando dei rotoli di Ercolano, documenti di circa duemila anni fa carbonizzati durante l’eruzione del Vesuvio e resi leggibili proprio dalle nuove tecnologie.
I risultati dello studio sono stati diffusi in concomitanza con il Vesuvius Challenge, un concorso lanciato nel marzo 2023 con l’obiettivo di eseguire scansioni di tomografia computerizzata (CT) del reperto storico. Dunque, qual è il contenuto dei rotoli? A quanto pare si tratta di un testo abbastanza lungo, redatto dal filosofo Epicuro che ha come principale tema il cibo e come la sua scarsità o abbondanza possa influenzare le società.
Nel contesto archeologico, questa è la prima e grande scoperta ottenuta grazie all’ausilio dell’IA ma, come è facile intuire, questi due contesti sono destinati ad offrirci interessanti prospettive future.
IA, archeologia e la Villa dei Papiri: un tesoro inestimabile per gli storici
A confermare queste aspettative è il dottor Ryan Garrett, secondo cui i rotoli di Ercolano rappresentano l’avanguardia delle analisi di pergamene e papiri che, per loro stessa composizione, sono difficili da esaminare fisicamente.
La Villa dei Papiri di Ercolano, ovvero dove sono stati rinvenuti i suddetti rotoli, potrebbe conservare un tesoro ben più ampio, con informazioni preziose per qualunque amante della storia. Oltre al documento di Epicuro finora analizzato, infatti, si parla di altri 800 documenti da decifrare, ovvero una vera e propria miniera d’oro per qualunque storico, con gli scavi che non sono comunque ancora terminati (e dunque potrebbero riservare ulteriori sorprese).
Secondo Garrett, se gli scavi saranno fruttuosi, la conoscenza della letteratura classica potrà essere a breve andare incontro a una vera e propria rivoluzione. D’altro canto, stiamo parlando di quella che potrebbe essere il recupero completo dell’unica biblioteca sopravvissuta del mondo antico.
Secondo le stime degli esperti, la scansione e la lettura dei rotoli rimanenti dovrebbe essere terminata nel giro di 3 anni, anche se con un’ulteriore evoluzione tecnologica le tempistiche potrebbero essere ancora più ristrette.
Le applicazioni future dell’Intelligenza Artificiale
Sebbene per mole di materiale la Villa dei Papiri catturi l’attenzione, il binomio IA e archeologia potrebbe essere la chiave per ulteriori scoperte altrettanto interessanti.
Per esempio, la tecnologia può permettere di ricostruire, con un’incredibile precisione, città ed edifici antichi. Affinché l’IA possa lavorare in tal senso, sono necessari anche solo poche vestigia delle antiche civiltà per elaborare complessi modelli 3D alquanto realistici e verosimili.
Un lavoro simile può essere effettuato per analizzare dati geologici e climatici, ricreando ecosistemi preistorici oltre ad esaminare con precisione l’impatto dei primi esseri umani con il mondo circostante.
Come nel caso dei suddetti rotoli, poi IA e archeologia possono andare di pari passo quando si tratta di analizzare artefatti danneggiati. Ciò può avvenire, per esempio, attraverso l’analisi di un frammento di un vaso che, attraverso gli algoritmi, può essere ricostruito con notevole precisione.
Questo aspetto, applicato anche ad utensili e oggetti teoricamente meno “interessanti” rispetto ai papiri, può comunque consentire di ricostruire antiche rotte commerciali, scambi culturali o spostamenti degli antichi popoli.