L’arrivo dell’intelligenza artificiale ha cambiato le carte in tavola per diversi aspetti molto importanti e a tratti anche pericolosi. Alcuni ricercatori in Uruguay hanno infatti scoperto un nuovo modo tramite il quale la privacy degli utenti potrebbe essere messa a rischio. Stando a quanto riportato, gli hacker possono infatti usare l’intelligenza artificiale per spiare ciò che viene mostrato sul tuo display di un PC.
Questa violazione diventerebbe possibile con l’intercettazione delle radiazioni elettromagnetiche trasmesse dal cavo HDMI che va dal computer al monitor. Gli esperti in questione affermano che molto probabilmente attacchi del genere sono stati già inflitti agli utenti ignari di tutto. Sempre secondo quanto filtra però, gli utenti consumer che usano semplicemente un PC domestico non avrebbero bisogno di preoccuparsi.
Gli hacker possono sfruttare il cavo HDMI per spiare le persone
Pensare che un hacker possa spiare una persona sfruttando le radiazioni emesse da un cavo HDMI sembra assurdo eppure è possibili. Gli attacchi possono infatti essere eseguiti tramite diversi metodi, tra cui l’uso di antenne posizionate all’esterno di un edificio atte ad intercettare i segnali dai cavi HDMI.
Lo spionaggio avviene intercettando proprio le radiazioni elettromagnetiche che arrivano dal cavo HDMI del computer. Il team del professor Larroca in Uruguay ha sviluppato un metodo molto simile che confermerebbe dunque la pratica illegale.
La National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti e la NATO chiamano questo tipo di attacchi attacchi TEMPEST. Gli standard TEMPEST della NSA impongono protezioni per prevenire e schermare le radiazioni elettromagnetiche che gli hacker potrebbero intercettare e sfruttare.
Utilizzando un metodo simile a quello sviluppato dal team di Larroca, gli hacker potrebbero spiare uno schermo mentre l’utente invia messaggi crittografati, accede ai conti bancari o usa le sue informazioni personali.
Gli scienziati che hanno lavorato allo studio hanno utilizzato un software di riconoscimento del testo sull’immagine recuperata e l’hanno confrontata con l’immagine originale dello schermo. Nei loro test, il processo di intercettazione ha interpretato male circa il 30% dei caratteri. Il team afferma che il tasso di errore è sufficientemente basso da consentire agli esseri umani di leggere la maggior parte del testo in modo accurato.
Ciò che preoccupa è che tali attacchi stanno diventando sempre più efficaci. Basta pensare che il precedente metodo di attacco utilizzato aveva un margine d’errore del 60%.