I primi dispositivi Android dotati di uno scanner per le impronte digitali dovrebbero essere portati al debutto nel corso del prossimo anno. A sostenerlo sono i membri di FIDO Alliance, un’associazione ad oggi costituita da 48 nomi dell’IT (tra i quali spiccano Google, Lenovo, PayPal e BlackBerry), che ha come obiettivo principale quello di proporre soluzioni interoperabili che consentano di mettersi finalmente alle spalle le tradizionali procedure di autenticazione basate sull’impiego di nomi utente e password.
Secondo Michael Barrett, presidente del gruppo oltre che responsabile della sicurezza di PayPal, è necessario mettere a punto soluzioni che – nel caso degli utenti mobili – garantiscano un elevato livello di sicurezza pur permettendo un rapido accesso, da parte degli aventi titolo, alle informazioni contenute nel device.
I meccanismi di protezione dei dispositivi mobili non debbono essere percepiti come strumenti che rallentano le operazioni quotidiane. Per questo motivo, FIDO Alliance ha dichiarato di voler presentare standard aperti che offrano una vasta schiera di metodologie di autenticazione.
FIDO supporterà anche il riconoscimento delle impronte digitali ma non sarà l’unico strumento. Visto il lancio della tecnologia TouchID da parte di Apple (Apple Touch ID e Secure Enclave: quanto sono sicure?) ciò che va evitato è il proliferare di una vasta schiera di piattaforme, non interoperabili e molto diverse l’una dall’altra, per la gestione dei dati biometrici.
In ogni caso, “le password non possono essere utilizzate come soluzione primaria per l’autenticazione degli utenti. Stanno cominciando a minare l’innovazione e ad impedire la crescita della stessa rete Internet“, ha aggiunto Barrett. “È chiaro però che non possiamo risolvere il problema con un approccio proprietario“.