Il miliardario cinese Jia Yueting, co-fondatore dell’azienda LeEco, ha ammesso che il suo impero tecnologico sta vivendo una crisi di liquidità che si rifletterà inevitabilmente sul piano aziendale.
Recentemente abbiamo illustrato il piano di LeEco di sbarcare sul mercato statunitense e svelato le caratteristiche del suo smartphone top di gamma (vedere LeEco sbarca negli Stati Uniti e lancia Le Pro 3).
Dopo l’annuncio delle scorse settimane che sembrava proiettare LeEco alla conquista dei mercati occidentali, oggi è arrivata la “doccia fredda”.
La crescita dell’azienda di Yueting, che ha chiesto scusa agli azionisti, chiedendo l’autorizzazione a tagliare il suo reddito a uno yuan (13 centesimi di euro al cambio), è stata oggettivamente impetuosa e, probabilmente, troppo arrogante: è stato compiuto il classico passo più lungo della gamba.
LeEco è la società holding cui fanno capo una moltitudine di altre imprese: il suo business va dai media sportivi alle auto, passando per gli smartphone e gli apparecchi multimediali (TV in primis).
L’obiettivo sarà adesso quello di mettere in campo tutte le misure necessarie per ridurre i costi, concentrandosi innanzitutto sulla redditività delle società già esistenti prima di pensare a crearne di nuove.
Yueting vede nel mercato americano un’ulteriore opportunità di crescita anche se forse, alla luce degli ultimi eventi, sarebbe più corretto usare il condizionale. E non solo per ciò che riguarda il settore degli smartphone ma anche per quello automotive.
Nel 2014 è stata fondata da Yueting negli USA la start up Faraday Future che mira a produrre un’auto elettrica da contrapporre all’offerta di Tesla. Entro l’inizio del 2018 Yueting si augura di vendere 400mila vetture, 100mila in meno rispetto a Tesla.
E proprio per dare sostanza al progetto auto elettrica, Faraday Future aveva ingaggiato, tra gli altri, Marco Mattiacci, ex team principal della Scuderia Ferrari, per lo sviluppo del brand, Peter Savagian, ex direttore dei sistemi elettrici della General Motors, e Nick Sampson, che ha lavorato sulla Tesla Model S fino al 2012.