Quando si parla di dispositivi mobili in termini di sistema operativo sono solo due le opzioni oggi disponibili: Android o iOS. Se talvolta Apple si ispira alle innovazioni introdotte da Google, in altre occasione è Google a mutuare le buone idee provenienti dal mondo della Mela.
Durante l’evento Google I/O 2018 si è parlato delle novità di Android P, la nuova versione del robottino verde che succederà a Oreo e alcune delle caratteristiche svelate risulteranno certamente molto familiari ai possessori di un iPhone X.
Google ha innanzi tutto inserito una modalità “inedita” per interagire con il sistema operativo eliminando del tutto i tradizionali pulsanti di navigazione. In calce allo schermo viene invece posta una piccola barra che, come accade sull’iPhone X, consente di ottenere la lista delle app in esecuzione effettuando lo swiping verso l’alto. Con uno swipe orizzontale, invece, Android P mostrerà le cinque app ritenute più utili e rilevanti per l’utente.
Il pulsante Indietro appare nella parte sinistra della “minibarra” ma viene mostrato solamente in alcuni contesti.
La nuova modalità di navigazione è pensata per tutti quei dispositivi che utilizzano un rapporto d’aspetto 18:9, con una risoluzione pari a 1080 x 2160 pixel o addirittura 1440 x 2880 come nel G7 di LG.
Google ha poi annunciato che la versione beta di Android P sarà disponibile per diversi modelli di smartphone, non soltanto quelli prodotti e commercializzati dalla società di Mountain View. Tra i nomi citati da Google ci sono i seguenti: Essential Phone, Nokia 7 Plus, Sony Xperia XZ2, Xiaomi Mi Mix 2S, Vivo X21, Oppo R15 Pro e il nuovo OnePlus.
Ciò è stato possibile grazie al fatto che sempre più produttori hanno cominciato ad abbracciare Project Treble, un meccanismo che permette di separare efficacemente le personalizzazioni di ciascun vendor dal sistema operativo in sé: Project Treble: cos’è e come migliorerà l’aggiornamento di Android.
Treble consente di aggiornare Android direttamente senza attendere la conclusione dei test da parte dei singoli produttori, prove che talvolta non vengono mai effettuate (e il sistema operativo non viene mai aggiornato all’ultima versione).
Tra le altre novità, Android P sfrutterà il nuovo meccanismo Adaptive Battery, un sistema che consente di rilevare quali app consumano più batteria e che consente di aumentare l’autonomia in modo incisivo (riducendo i “risvegli” del processore fino al 30%).
Con Adaptive Brightness, inoltre, gli smartphone Android P non regoleranno la luminosità dello schermo basandosi unicamente sulla luminosità ambientale ma la adatteranno anche alle preferenze dell’utente.
Lo smartphone, si sa, soprattutto se utilizzato in maniera smodata, può diventare una droga. Ecco perché Android P controllerà le abitudini dell’utente verificandone il comportamento e facendo venire a galla consuetudini potenzialmente pericolose per la salute.
Inoltre, appoggiando lo smartphone Android P sul tavolo nascondendone il display, si attiverà la funzionalità Shush. Si tratta di una modalità “Non disturbare” che permette di evitare qualunque fonte di distrazione e di disturbo, ad esempio, mentre si fosse a cena.
Si potrà eventualmente indicare i contatti dai quali si debbono poter sempre ricevere notifiche.
Dopo Oreo, il nome che sarà assegnato ad Android P è ancora sconosciuto: possibili candidati sono Popsicle, Pineapple Cake e diverse varianti sul tema Pie.