Le dichiarazioni dei redditi degli italiani sono sul web e sono accessibili da parte di chiunque (almeno lo erano fino al primo pomeriggio di quest’oggi quando il Garante della Privacy ha intimato l'”altolà”). Per ciascun contribuente l’Agenzia delle Entrate riporta, oltre al nome e cognome, la data di nascita, la categoria prevalente di reddito, il codice attività (ove presente), il reddito imponibile, l’imposta netta applicata, il reddito d’impresa o di lavoro autonomo, il volume di affari ed, infine, il tipo di modello che è stato presentato.
Non sono presenti nell’elenco tutte le informazioni relative alla compilazione dei vari quadri della dichiarazione dei redditi in modo da non riportare dati sensibili che potrebbero di fatto costituire una violazione della privacy del contribuente. Sarebbe infatti del tutto inammissibile, ad esempio, avere la possibilità di leggere quanto un conoscente od il vicino di casa hanno speso in termini di visite mediche e prestazioni sanitarie.
Per il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Massimo Romano, l’operazione è perfettamente regolare e deriva dalla precisa scelta di consentire a tutti la consultabilità di determinate fonti di dati. All’insegna della massima trasparenza. Il provvedimento con cui Romano ha autorizzato la pubblicazione dei dati relativi ai redditi dei contribuenti, di società di capitali e persone, di enti è datato 5 Marzo 2008. Solo oggi si è però proceduto a porre online sul sito web dell’Agenzia delle Entrate le varie liste suddivise per aree territoriali.
Gli elenchi sono accessibili facendo riferimento all’indirizzo http://www1.agenziaentrate.it/indirizzi/agenzia/uffici_locali/regioni.htm quindi cliccando sulla regione e sul comune d’interesse.
Dopo aver provveduto ad inserire un codice di conferma (che però è mostrato in formato testuale non escludendo quindi l’azione di meccanismi “bot”: non si tratta di un vero e proprio “CAPTCHA” grafico), visualizzato nella pagina consultata, chiunque può procedere al download completo dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti residenti in qualunque comune italiano.
Com’era prevedibile, il sito dell’Agenzia delle Entrate non è al momento raggiungibile a causa, molto probabilmente, dell’elevato traffico che stanno generando gli utenti in fase di consultazione dei dati.
I dati pubblicati online ed accessibile da parte di chiunque, riguardano al momento solamente l’anno d’imposta 2005.
Discutibili le modalità con cui le informazioni sui contribuenti vengono proposte. Anziché mettere a disposizione un meccanismo che consenta di effettuare una ricerca nominativa, dal sito dell’Agenzia delle Entrate sono scaricabili file testuali che, nel caso dei comuni di più grandi dimensioni, possono essere molto pesanti. Oltretutto, non viene utilizzato nessun algoritmo di compressione (nemmeno il semplice Zip).
Non si sarebbe potuto restringere la modalità di ricerca ad un singolo nome evitando di veicolare dati su contribuenti che non interessano? Il consumo di banda è invece così elevato all’ennesima potenza, per la gioia degli stessi contribuenti.
Un’associazione dei consumatori già “sul piede di guerra”.
La pubblicazione dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani ha scatenato un’ondata di proteste enorme. ADOC (“Associazione per la Difesa e Orientamento Consumatori”), secondo quanto riportato sul suo sito web starebbe ricevendo migliaia di telefonate da parte di cittadini preoccupati e impauriti per la vicenda. “E’ una palese violazione della legge sulla privacy, la 196/2003, e un pericolo per l’aumento della criminalità e della violenza, dato che sono stati pubblicati dati sensibili sui redditi, ghiotta fonte d’informazione per i criminali”, ha commentato Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc, aggiungendo: “stiamo ricevendo migliaia di telefonate da parte di cittadini preoccupati e impauriti sulle possibile conseguenze di questa iniziativa, da noi prontamente verificata. Abbiamo inviato una lettera al Garante per la protezione dei dati personali, chiedendo l’attivazione di una procedura d’urgenza per inibire la continuazione della pubblicazione dei dati sensibili sul sito. Tra l’altro, nella modulistica di dichiarazione dei redditi non risulta prevista né un’informativa riguardo la pubblicazione di tali dati né una clausola specifica di autorizzazione alla pubblicazione che costituisce ulteriore violazione della legge stessa”.
Garante della Privacy: “non ne sapevamo nulla”.
“L’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate non era mai stata sottoposta all’attenzione del Garante. Il collegio è riunito sta prendendo in esame la vicenda”. Questo quanto hanno dichiarato (fonte ANSA) dagli Uffici del Garante per la Privacy.
Al momento sarebbe in corso una riunione d’urgenza per chiarire il da farsi.
Spariscono i link.
Intorno alle ore 16 di oggi sono scomparsi i link che permettevano di accedere alle pagine per la consultazione degli elenchi. Non è dato sapere se l’eliminazione sia definitiva oppure se si tratta di una misura temporaneamente adottata per fronteggiare il traffico a cui è stato esposto, per tutta la mattina, il sito web dell’Agenzia delle Entrate.
Il Garante della Privacy ordina lo stop.
Pochi minuti prima delle 17. Il Garante della Privacy ha dichiarato, riferendosi agli elenchi pubblicati quest’oggi sul sito dell’Agenzia delle Entrate: “per tale forma di diffusione sussistono allo stato evidenti e rilevanti problemi di conformità con il quadro normativo in materia”. I mezzi di informazione vengono inoltre invitati a non divulgare i dati estratti dalle liste.