Uno degli aspetti principali che gli utenti controllano prima di acquistare un nuovo paio di cuffie riguarda certamente la cancellazione del rumore. Quando si tratta di quella attiva, i vantaggi sono netti: è infatti possibile bloccare totalmente il rumore del mondo circostante.
Questo consente di concentrarsi maggiormente su una chiamata senza alcun disturbo o magari di ascoltare al meglio la propria musica preferita. In realtà oltre a questo c’è anche la possibilità di ascoltare i suoni circostanti pur indossando le cuffie. Il tutto può avvenire in maniera chiarissima grazie ad alcune modalità come la “trasparenza” di Apple o magari l’Ambient Sound di Sony.
Il problema è che tutti i suoni circostanti, attivate queste modalità, penetrano nelle cuffie e di conseguenza nelle orecchie di chi ascolta. Partendo da questa base, sembrerebbe essere in via di sviluppo una nuova tecnologia progettata appositamente per auricolari e cuffie di ogni genere.
Le cuffie del futuro consentiranno di selezionare quale suono lasciar penetrare dall’esterno
Saranno gli utenti stessi a scegliere il suono che potrà penetrare all’interno dei propri auricolari. A Washington i ricercatori dell’università stanno lavorando su alcuni algoritmi di deep learning che permetteranno di selezionare quali suoni ascoltare in tempo reale.
La nuova tecnologia dedicata, si chiamerà “semantic hearing“. L’ascolto semantico consentirà di catturare l’audio inviandolo allo smartphone collegato, dal quale sarà possibile cancellare tutti i suoni ambientali tranne quelli che si sceglierà di conservare.
Saranno 20 le classi di suoni tra le quali gli utenti potranno scegliere: si potranno cancellare sirene, discorsi, cinguetti di uccelli o pianti di bambini. Questa è solo una piccola parte di ciò che potrà essere estromesso dall’ascolto. Ovviamente creare un’intelligenza artificiale che sia in grado di distinguere questi suoni non è assolutamente semplice ed è per questo che si tratta di una vera e propria sfida.
Gli algoritmi neurali dovranno infatti elaborare i suoni in meno di un centesimo di secondo, tutto basato su un cloud. La tecnologia dovrà inoltre occuparsi anche di tenere conto dei ritardi. Al momento questa nuova invenzione starebbe avendo problemi a distinguere il canto dal parlato semplice ed è per motivi come questo che non si sa quando tale innovazione vedrà la luce.