Lavori tech 2023: ecco le professioni più richieste dalle aziende

Uno sguardo al futuro del lavoro in ambito tecnologico: quali saranno le figure professionali più richieste dalle aziende nel corso del prossimo anno.

Il mondo del lavoro, soprattutto in ambito tecnologico, è in continuo mutamento tanto che le esigenze delle imprese si modificano anno dopo anno e nuove figure professionali si affacciano sulla scena.

Secondo una ricerca di IFTF (Institute For The Future), l’85% dei lavori che esisteranno nel 2030 non sono ancora stati inventati sottolineando quanto margine di crescita ci sia in pochi anni e quanto le aziende e i professionisti debbano continuamente aggiornare il loro organico e le competenze per tenere il passo dei tempi.

Le nuove tecnologie stanno cambiando il panorama del lavoro aprendo alla nascita di professioni prima inesistenti. Quali saranno allora le novità in ambito tech nel 2023?

Giuneco, software house fiorentina che realizza soluzioni tecnologiche originali e personalizzate, una realtà che basa la sua forza su un laboratorio creativo di talenti, ha individuato alcune tra le posizioni lavorative nel mondo tecnologico e digitale più richieste che potrebbero essere il punto di partenza per nuovi ruoli del futuro. Nel complesso l’azienda, nata nel 2006 come incubatore di idee innovative con l’obiettivo di trasformare un progetto in una soluzione tecnologica in grado di diventare uno strumento per accelerare e migliorare il business dei clienti, ha selezionato quattro professioni che saranno essenziali nel corso del prossimo anno:

1) DevOps Consultant. Il termine DevOps richiama la metodologia aziendale volta a promuovere un insieme di processi indirizzati alla comunicazione e alla collaborazione tra due divisioni: i gruppi di sviluppo (Dev, da developer) e i gruppi di operations (Ops).

Abbiamo visto nel dettaglio cosa significa DevOps, cos’è l’approccio più aggiornato DevSecOps, quali sono le sfide e i vantaggi.

Il DevOps Consultant è chiamato a interconnettere i team favorendone la collaborazione e ottimizzare allo stesso tempo sia la produttività degli sviluppatori sia l’affidabilità delle operazioni. Il suo compito è quello di introdurre processi, strumenti e metodologie che soddisfano le esigenze delle varie fasi del ciclo di sviluppo del software, dal coding al deployment, dalla manutenzione agli aggiornamenti.

Chi esercita come DevOps Consultant oggi può diventare anche coordinatore delle fasi del rilascio del software e svolgere attività da ricercatore per risolvere eventuali problemi che potrebbero insorgere durante lo svolgimento dei processi.

2) Digital Transformation Manager. Non tutte le aziende hanno le competenze per affrontare senza problemi la transizione digitale e oggi questo aspetto è imprescindibile se non necessario.
Per dar vita a una transizione che sia efficace e ottimale, è fondamentale avvalersi di una risorsa specializzata, detta appunto Digital Transformation Manager. Questa figura è in grado di saper decifrare le novità tecnologiche attuali per supportare le aziende nella transizione digitale, capendo se e come declinarle nelle diverse realtà aziendali. Per fare questo è necessario che sappia destreggiarsi passando da tecnologie vecchie e obsolete a tecnologie nuove e rivoluzionarie.
Per questo il Digital Transformation Manager vanta spesso una solida formazione in materia ICT, anche se il ruolo è tanto complesso e omnicomprensivo che di frequente questa professionalità proviene anche da ambienti legati al marketing e al project management.

La funzione di Digital Transformation Manager può anche provenire dal ruolo di Product Owner, soprattutto per quelle aziende che utilizzano la Metodologia Agile, ovvero quella modalità di lavoro che facilita la pianificazione e lo sviluppo evolutivo dei progetti tra collaboratori e cliente finale.
Il compito di chi diventa Product Owner, avendo la responsabilità di massimizzare il valore del prodotto e del lavoro svolto dal team di sviluppo, è quello di collaborare attivamente con ogni membro chiarendo dubbi, rispondendo alle domande e definendo obiettivi in linea con la roadmap di prodotto e le aspettative degli utenti.

Dato che questa figura ha bisogno di avere un’ampia conoscenza dei bisogni degli utenti finali e comprendere come il prodotto possa rispondere alle varie necessità, è in grado di guidare efficacemente l’intero processo verso l’innovazione, sia dal punto di vista tecnologico che di processo. Come tutte le figure “ibride” si trova ad agire sulla soglia: si colloca internamente all’azienda tra il business e l’IT, ma anche tra l’azienda e il mercato, tra i committenti e gli utenti finali.

3) Commerciale “ibrido”. La tecnologia non solo crea nuovi lavori ma permette anche di modernizzarne altri. È il caso del ruolo del commerciale che ha l’obiettivo di mediare tra azienda, prodotto e cliente basando la sua comunicazione su cataloghi cartacei, schede tecniche, foto e referenze dei prodotti e dei servizi che è in grado di offrire. Come sta cambiando questa figura con l’avvento della tecnologia? Una delle evoluzioni si basa sulla possibilità di attingere e fare proprie molte competenze tecnologiche prese in prestito dal mondo del marketing, adattandole al mondo delle vendite.

Quali possono essere, ad esempio, gli strumenti che possono essere mutuati dal mondo del marketing per dare supporto al commerciale “ibrido”? I profili social, utilizzati a scopo lavorativo, permettono di ingrandire la rete e creare un network che può poi tradursi in possibili lead e futuri clienti.
Anche imparare ad analizzare i trend di mercato può essere utile per stabilire dei contatti con gruppi di utenti in target con le proposte della propria azienda, che possono poi trovare nelle proposte del commerciale una soluzione ai loro bisogni.
Sfruttando infine l’approccio ai dati è possibile stabilire un contatto più diretto con il mercato, da cui si ottengono informazioni più chiare e non filtrate, migliorando l’ascolto del consumatore.

4) Data Science & Artificial Intelligence Expert. Il professionista inquadrabile in questo tipo di profilo ha competenze nel ramo dell’intelligenza artificiale e della scienza dei dati. È capace di applicarle, ad esempio, nei confronti di aziende che hanno a disposizione grandi quantità di dati (big data) e desiderano rendere i propri processi decisionali più legati alle informazioni contenute in questi dati.

La peculiarità di questo ruolo è la sua multidisciplinarietà, infatti, oltre ad operare nelle varie fasi di analisi dei dati è anche in grado di fare controlli sulla loro coerenza e sviluppare predizioni al riguardo tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Degli esempi di processi possono essere il controllo della coerenza delle spese, delle fatture, la predizione di assunzioni e dimissioni; tutte analisi cruciali per qualsiasi azienda.

Federico Barsotti, People Manager di Giuneco, spiega infine che avere nei propri team dei profili sempre più specializzati verticalmente permette di elevare gli standard di lavoro e aumentare di conseguenza la soddisfazione del cliente.

Interessante evidenziare come Giuneco, al fine di promuovere e sostenere la diversità e l’inclusione nell’industria tech e digitale, abbia plasmato Dorothy Program, un incubatore di progetti che ha come scopo l’inclusione delle donne nel mondo dell’informatica e la lotta al cosiddetto gender gap.

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