Gli attacchi ransomware non risparmiano nessuno, dalle aziende agli ospedali. Quanto accaduto nelle scorse ora è una novità in questo contesto.
Come ammesso dalla stessa società attraverso il sito Web ufficiale, il Bologna Football Club è stato vittima di un attacco informatico di questo tipo, con tanto di furto riguardante informazioni sensibili. Secondo il sito The Register, il Bologna è stato vittima del famigerato gruppo RansomHub, emerso come sora di erede di ALPHV (conosciuto anche come BlackCat).
A testimonianza dell’attacco, vi sono anche alcuni screenshot pubblicati online che dimostrano la riuscita dell’operazione da parte del cybercriminale. Secondo RansomHub, la società calcistica non ha alcun tipo di protezione dei dati sulla sua rete, il che ha reso la vita facile ai criminali informatici.
Bologna Football Club vittima di attacco ransomware: ecco quali sono i dati rubati
The Register ha rivelato ulteriori dettagli su quella che sembra essere la potenziale refurtiva. Nello specifico si parla di un database che riguarda informazioni dei giocatori della prima squadra, dal 2017 a oggi.
Più nello specifico, i dati sono costituiti da passaporti, contratti e altra documentazione, comprese informazioni finanziarie e mediche. Non solo: a quanto pare sono trapelati anche diversi piani aziendali e strategie commerciali della squadra di serie A. Tra i contenuti rubati sembra figurare anche il contratto dell’attuale allenatore, ovvero Vincenzo Italiano, con tanto di codice fiscale e numero di conto bancario.
Così come avviene per qualunque altro caso di attacco ransomware, i potenziali dati potrebbero essere sfruttati per compromettere la posta elettronica della società e dei tesserati, oltre a comportare eventuali furti d’identità e ulteriori attacchi phishing.
I ransomware sono sempre più diffusi sul territorio italiano e, in tal senso, il Bologna è solo l’ultima vittima illustre. Giusto un anno fa è stato sferrato un attacco di questo tipo alla Pubblica Amministrazione.