La radiazione terahertz – i cosiddetti T-rays – dovrebbero consentire di rendere più veloci le memorie, fino a 1.000 volte.
A sostenerlo è un team di ricercatori universitari russi, tedeschi e olandesi (MIPT, Università di Regensburg e Radboud University Nijmegen) il cui studio è stato appena pubblicato sulla rivista Nature.
I risultati delle indagini svolte in ambito accademico appaiono davvero rilevanti perché sostituendo l’utilizzo dei campi magnetici con i T-rays, è possibile reimpostare molto più velocemente lo stato di una cella di memoria.
La radiazione è pensabile come una serie di brevi impulsi elettromagnetici che “bersagliano” le celle di memoria utilizzando frequenze dell’ordine dei terahertz. La lunghezza d’onda è pari a 0,1 millimetri, tra microonde e infrarosso.
Gli scienziati hanno concluso che la radiazione terahertz è dieci volte più “forte” rispetto all’applicazione di un campo magnetico esterno.
Purtuttavia, gli esperimenti sono stati sino ad oggi svolti ricorrendo ad un debole ferromagnete, il tulio ortoferrite (TmFeO3). Fintanto che i test non verranno condotti con successo anche sulle memorie utilizzate oggi nei dispositivi elettronici, non si potrà stimare quando i T-rays potranno essere usati nei PC degli utenti finali.